venerdì 19 febbraio 2021

INVITO A UNA DECAPITAZIONE Vladimir Nabokov


INVITO A UNA DECAPITAZIONE
Vladimir Nabokov 
 Adelphi

ASSOLUTA TRASPARENZA
Il mondo dove la regola della "trasparenza" è legge, sogno una volta mitizzato dai Grillo e dai Travaglio, viene raccontato in un romanzo di Nabokov. La vicenda del romanzo si svolge, infatti, in un mondo dove si vive sotto la folle dittatura della "trasparenza". Il protagonista di questo romanzo, essendo «opaco», in quanto i suoi pensieri e le sue sensazioni non sono trasparenti agli occhi di coloro che lo circondano, rappresenta un ostacolo in un ambiente dove tutti gli altri sono reciprocamente trasparenti. In quel mondo capovolto, l'opacità non è solo un difetto, ma una grave colpa, in quanto segnale di «turpitudine gnostica» del singolo. Quindi succede che si viene condannati a morte non per ciò che si fa ma per ciò che si è. È per questo che il protagonista dovrà essere decapitato. In questo romanzo tutto è parodia. Salvo che, in quel mondo, le parodie uccidono. E uccidono mantenendo un'aria «di calda camaraderie», che non è altro che la perfezione della tortura.
Paolo Bolzani
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INVITO A UNA DECAPITAZIONE
Vladimir Nabokov
Adelphi 

 "“Fin dai primi anni Cincinnatus, che per uno strano e fortunato caso aveva capito quali rischi correva, era riuscito a nascondere accuratamente una sua peculiarità. Era impenetrabile ai raggi altrui e pertanto, quando abbassava la guardia, produceva una strana impressione, come di un solitario, oscuro ostacolo in quel mondo di anime reciprocamente trasparenti; aveva imparato, tuttavia, a fingersi translucido ricorrendo a un sistema complesso di illusioni ottiche, per così dire – ma bastava che si distraesse, che si concedesse una pausa momentanea nel controllo che esercitava su di sé, nella manipolazione delle sfaccettature e degli angoli accortamente illuminati verso cui volgeva la sua anima, perché subito scattasse l'allarme. Nel pieno dell'eccitazione di un gioco, i suoi coetanei di colpo lo abbandonavano come se avessero sentito che il suo sguardo limpido e l'azzurro delle sue tempie costituivano solo un inganno scaltro e che Cincinnatus era, in realtà, opaco. Qualche volta, nel bel mezzo di un silenzio improvviso, l'insegnante, con afflitta perplessità, chiamava a raccolta tutte le riserve di pelle intorno agli occhi, lo fissava a lungo e infine diceva: «Che cosa c'è che non va, Cincinnatus?». Allora Cincinnatus riprendeva il controllo di sé e stringendosi quel suo sé al petto lo traferiva in un luogo sicuro"...."“A poco a poco Cincinnatus aveva smesso completamente di controllarsi e un giorno, durante una riunione all'aperto nel parco cittadino, vi fu un'improvvisa ondata di allarme, e qualcuno disse ad alta voce: «Cittadini, tra noi c'è un…». Era seguita una parola strana, quasi dimenticata, e il vento aveva frusciato tra le robinie, e Cincinnatus non aveva escogitato niente di meglio che alzarsi e andarsene, staccando con aria assente le foglie dai cespugli lungo la strada. Dieci giorni dopo era stato arrestato.”