mercoledì 4 settembre 2024

DESTRA E SINISTRA: QUALE EGEMONIA CULTURALE?



 DESTRA E SINISTRA: QUALE EGEMONIA CULTURALE?


Gianfranco Giudice

Se c'è un refrain dell'attuale destra al governo, Presidente del Consiglio in testa, è che finalmente è finito il tempo dell'egemonia culturale della sinistra...e poi, detto dal loro punto di vista, non riescono proprio a trovare di meglio di un Sangiuliano come Ministro della Cultura? Eppure, a prescindere dalle gaffes e dall'ultima imbarazzante vicenda che potrebbe travolgere il Ministro, qualche uomo di cultura vero la destra ce l'avrebbe pure. Evidentemente la vera o presunta egemonia culturale della sinistra non è frutto solo degli inganni e della supponenza dei comunisti.

Patrizia Maesani

Sottoscrivo. Il vittimismo è insopportabile, ancor di più quando poi nomini certi omuncoli

Franco Cazzaniga

L'egemonia culturale delle sinistre è anche il prodotto dell'inadeguatezza della cultura di destra.  Costoro quando sentono parlare di cultura non solo mettono mano alla pistola, ma si sparano pure nel piede. O peggio.


Paolo Bolzani

Viene il sospetto che dietro a questa pretesa di “riscattare” la cultura di destra ci sia il progetto di lasciare la parola solo a intellettuali che fanno comodo agli attuali governanti, di censurare chi non è contiguo al potere. Ma più che sospetto parlerei di certezza.

Ma poi di quale "egemonia culturale della Sinistra" stiamo parlando? 

Spariti i grandi temi che facevano della sinistra la forza politica più vicina ai ceti proletari e operai, perdute le visioni politiche e sociali che caratterizzavano la lotta politica, cancellata ogni residua critica al sistema capitalistico e al modello occidentale, cosa è rimasto oggi nella sinistra, qual è la sua spina dorsale, il suo asse culturale, il perimetro dei suoi valori non negoziabili? Una visione ideologica manichea e militante dell’antifascismo? I temi ideologici e feticistici funzionali ai movimenti femministi e lgbtq+? L'antiamericanismo di ritorno? L'antisionismo come maschera dell'antisemitismo?

Bruno Perlasca 

Paolo, l'egemonia culturale della Sinistra si chiama "pensiero critico", attitudine all'analisi, coltivazione del dubbio. Tutte le "involuzioni" che citi sono oggetto di dibattito, tanto è vero che tu e altri si interrogano su questi temi. Essendo tu uomo di Sinistra, stai dimostrando che la sua egemonia culturale esiste ancora.

Paolo Bolzani

Bruno ma permettimi di essere pessimista: la sinistra uscita dalle strette del veteromarxismo sembra accecata da un atteggiamento di dogmatismo intollerante e censorio, applicato nei confronti delle parole e delle idee che vanno contro quelle che vengono imposte come "moderne sensibilità" sulle questioni delle minoranze e dei diritti civili.

Franco Cazzaniga 

Paolo Il fatto che questa sinistra continui tuttavia a restare culturalmente egemone fa capire quanto inadeguata sia la destra nel dare risposte alla modernità.

Bruno Perlasca 

Paolo, Però è proprio su alcuni temi civili che l'oscurantismo conservatore sembra essere molto in ritardo rispetto alla sensibilità comune. Più che censorio a volte l'atteggiamento della Sinistra non dogmatica mi sembra eccessivamente pedagogico e altezzoso.

Paolo Bolzani

Bruno ma quello che più trovo preoccupante è il pericolo che divenga prevalente, nel pensiero progressista, “un’ideologia” estremista, dogmatica e intollerante. È una minaccia che sfrutta la particolare e minacciosa visibilità degli atteggiamenti e dei toni aggressivi e perentori usati nelle polemiche virali sui social network, e ha permesso in più occasioni di mobilitare il complesso di persecuzione e la reazione di parte dell’elettorato della destra.

Parlo, ad esempio della nuova ideologia "woke" che, sostituendo il concetto di “classe” con quello di “razza”, accosta capitalismo, imperialismo e colonialismo, mali che vengono ricondotti all’uomo bianco – fautore di società oppressive e discriminatorie – mentre al tempo stesso deresponsabilizza il resto dell’umanità. È un’ideologia che inserisce il popolo palestinese e Israele nello schema di oppresso e di oppressore. 

Parlo di una ideologia anticapitalista e antioccidentalista, che è anche contro democrazia liberale (in quanto identificativa dell’occidente).