mercoledì 3 ottobre 2018


VIVERE
Estratto da "Acqua Viva"
Clarice Lispector
"Acqua viva"  è una lettera d’amore alla vita e alla scrittura, che contiene una confessione e una promessa: “ti scrivo perché non mi comprendo. Ma continuo a seguirmi. Elastica”.

Ah vivere è così scomodo. Tutto ti stringe: il corpo esige, lo spirito non si ferma, vivere sembra come aver sonno e non poter dormire... vivere non è confortevole. Non si può andare in giro nudi né nel corpo né nello spirito.
    Non te l’avevo detto che vivere sta stretto? Allora sono andata a dormire e ho sognato che ti scrivevo un largo maestoso ed era ancora più vero di quel che ti scrivo: era senza paura. Mi sono dimenticata di quanto ho scritto nel sogno, tutto è tornato al nulla, è tornato alla Forza di ciò che Esiste e che a volte si chiama Dio.
    Tutto finisce ma ciò che ti scrivo va avanti. Il che va bene, molto bene. Il meglio non è ancora stato scritto. Il meglio si trova fra le righe.
    Oggi è sabato ed è fatto dell’aria più pura, soltanto aria. Ti parlo come esercizio profondo, e dipingo come esercizio profondo di me. Adesso cosa voglio scrivere? Voglio qualcosa di tranquillo e senza fronzoli. Qualcosa come il ricordo di un monumento alto che sembra ancora più alto perché è un ricordo. Ma voglio fra l’altro aver davvero toccato il monumento. Mi fermo perché è sabato.
    Sempre sabato.
    Ciò che sarà ancora dopo... è adesso. Adesso è il dominio di adesso. E fintanto che dura l’improvvisazione io nasco.
    Ed ecco che dopo una sera di «chi sono io» e dopo essermi svegliata all’una del mattino ancora disperata ... ecco che alle tre del mattino mi sono svegliata e mi sono trovata. Mi sono venuta incontro. Calma, allegra, pienezza senza folgorazione. Semplicemente io sono io. E tu sei tu. È vasto, durerà.
    Quel che ti scrivo è un «questo». Non si fermerà: va avanti.
    Guardami e amami. No: tu guardi te stesso e ti ami. È quello che è giusto.
    Ciò che ti scrivo va avanti e io sono stregata.