VIAGGIO A TOKYO
Regia di Ozu Yasujiro
Questo film, visto su Raiplay, in bianco e nero, collocato in tutti o quasi gli elenchi dei cento film più importanti della storia del cinema, è considerato tra i primi tre film più importanti e più belli del Novecento, anzi secondo “Sight & Sound”, la prestigiosa rivista cinematografica britannica, il più bel film dell’intera storia del cinema. La pellicola è del 1953 ma uscì in Italia negli anni ’60.
Film eccezionale del maestro Ozu colpisce nel profondo e commuove. Una coppia anziana giunta ormai al crepuscolo della propria vita e provata da guerre e lutti decide di andare in visita ai figli. Questi vogliono apparire molto indaffarati e vedono quasi con fastidio questa visita tanto addirittura ad arrivare a pagare loro le terme. La stessa coppia di anziani però si rende bene conto di questa situazione e anzi forse si sarebbero aspettati qualcosa di più dai loro figli ma come risulta dalla conversazione che il padre ha con due vecchi amici è difficile il confronto tra le varie generazioni.
Il contrasto generazionale e il presagio di un cambiamento imminente nella cultura giapponese (l'occidentalizzazione post-bellica e il distacco dai valori millenari della tradizione) è analizzato attraverso un fatto apparentemente ordinario: Uno spostamento che rende evidente una visione e una consapevolezza (l'inevitabilità della morte) che i figli paiono non possedere, vivendo la visita dei genitori come un evento ordinario, se non un fastidio.
È l'opera in cui il regista giapponese riesce a convogliare tutti i temi portanti della sua filmografia. È un film che resta inimitabile e inarrivabile, a mezzo secolo di distanza, per la sua capacità di aderire ai ritmi, ai gesti, alle azioni della vita stessa, nella sua più schietta quotidianità. Da una trama semplice, Ozu estrae un racconto potenzialmente infinito, come i cicli con cui si ripetono le stagioni o come un dipinto su rotoli che si rinnovano in continuazione.