A OGGI I "NEGOZIATI: SONO UN FALLIMENTO?
A oggi i "negoziati" sono un fallimento? Ritengo che sia difficile capire come avrebbero potuto finire diversamente.
Vediamo chi c’è al tavolo. Quando Zelensky dice: «Non stiamo giocando a carte», si sbaglia: questa è la realtà, che ci piaccia o no.
Vediamo allora cosa sta succedendo.
1. CREMLINO
La situazione attuale gli è favorevole: la guerra a bassa intensità permette di riportare quotidianamente piccoli successi, il che aiuta a consolidare la società, rafforzare il regime autoritario e accumulare risorse e sostenere le élite fedeli. Il Cremlino non ha obiettivi come “conquistare l’Ucraina” o “combattere la NATO” – questa è solo una copertura ideologica per perseguire i veri scopi sopra citati (il che non significa che l’invasione dell’Ucraina o un conflitto con la NATO non possano avvenire, ma sarebbero solo mezzi, non obiettivi)
A Mosca credono di avere abbastanza risorse economiche, uomini e attrezzature per continuare la guerra per diversi anni e non si preoccupano di ciò che accadrà oltre questo orizzonte temporale (hanno sempre pensato a breve termine). Negli ultimi anni, il Cremlino ha studiato bene gli altri giocatori e crede che:
a.L’Europa si faccia del male da sola, con la maggior parte delle sue azioni che finiscono per favorire la Russia.
b. La Cina è invece cruciale: Il Cremlino è convinto che la Cina non voglia un confronto con Mosca, perché quest’ultima è un partner utile per l’export, l’import e come risorsa nel conflitto economico con gli Stati Uniti. Alla Cina non interessa l’Ucraina.
c. Gli Stati Uniti sono meno preoccupanti della Cina, perché Mosca crede che abbiano pochi strumenti reali per cambiare la situazione in Ucraina (mandare le truppe americane?). Tuttavia, il Cremlino è attento agli USA e pronto a offrire “amicizia” con una piccola condizione: che Washington si disinteressi dell’Ucraina. Mosca crede che questa offerta metta gli USA in difficoltà, perché un’escalation con una Russia “disponibile al dialogo” potrebbe essere impopolare tra gli elettori americani (che in gran parte non capiscono cosa sia l’Ucraina). Perciò, il Cremlino è convinto che il presidente americano non rischierà il suo consenso aumentando la tensione con Mosca.
Di conseguenza, la strategia attuale del mantenere l’equilibrio con l’inazione, è ciò che funziona.
2. CINA
L'Occidente ha rafforzato Pechino costringendo Mosca a dipendere da essa per il commercio e i flussi finanziari. La Cina potrebbe cambiare la situazione in Ucraina, ma non lo farà: l’attuale status quo le è vantaggioso, sia economicamente che ideologicamente. Perciò, la sua strategia è non fare nulla e mantenere l’equilibrio.
3. EUROPA
Il PIL europeo è 12 volte quello russo, il budget militare complessivo è significativamente superiore a quello russo, la popolazione è tre volte maggiore. L’Ucraina, cercando di coinvolgere l’Europa, dichiara il rischio di un’espansione armata russa nel cuore dell’Europa in caso di successo in Ucraina. Se l’Europa considerasse questo rischio reale, le sue azioni logiche sarebbero di sostenere l’Ucraina con tutte le risorse possibili. Ma le azioni degli europei, che non credono in un conflitto diretto con la Russia, sono limitate al raggiungimento di vantaggi tattici dal conflitto, che in realtà per l’Europa sono molto maggiori rispetto a quelli della pace: testare le proprie armi, rafforzare la coesione ideologica, indebolire la Russia come concorrente nei mercati finanziari e delle materie prime, diversificare l’approvvigionamento energetico e così via. In pratica: aiuti minimi per mantenere il conflitto a bassa intensità, blocco dei mercati europei per la Russia con contemporanee forniture di grandi volumi di merci attraverso paesi terzi, retorica antirussa bellicosa senza reali azioni per garantire all’Ucraina successi militari o almeno una pace dignitosa. Questa è la strategia europea e non ha motivi per cambiare, se non nel caso in cui l’Europa debba sostituire gli Stati Uniti nel supporto all’Ucraina a causa di un cambiamento di paradigma negli USA – il che significherebbe un aumento degli aiuti, ma non cambierebbe la situazione.
4. STATI UNITI
Gli Stati Uniti non hanno più interesse per l’Ucraina: è lontana, fa parte dello spazio regionale degli alleati degli Stati Uniti in Europa (e sembra che sia affare loro occuparsi della questione), e il principale interesse strategico degli USA nei confronti della Russia si riduce a due cose: tenerla lontana dalla Cina e non portarla a una conflittualità nucleare. Trump ha introdotto un’idea completamente nuova di valutazione degli interessi statunitensi (circa descritta sopra – “non abbiamo nulla da fare lì, stiamo perdendo soldi, andiamocene stabilendo la pace, o almeno senza stabilirla, alla peggio”) e, di conseguenza, vede il suo guadagno nell’instaurare la pace in Ucraina, che potrà segnare come una piccola vittoria da mediatore di pace (le condizioni non lo interessano, perché non influenzano gli Stati Uniti in alcun modo), mentre la perdita consiste nel continuare a spendere risorse per questa guerra che l’elettore americano non capirà, e in fondo non gli interessa.
Pertanto, la strategia degli Stati Uniti oggi e penso anche in futuro, sarà quella di minimizzare i costi cercando di fermare la guerra e rifiutarsi di aumentarli, anche se ciò potrebbe effettivamente aiutare a fermare la guerra. È interessante notare che, comprendendo questo, il Cremlino ha immediatamente iniziato a giocare in sintonia con gli Stati Uniti, dichiarandosi pronto a un cessate il fuoco e alla pace – sebbene alle proprie condizioni (ma a Trump le condizioni non interessano).
5. UCRAINA
A causa della sua debolezza militare ed economica, l’Ucraina non ha un grande margine di manovra. Per cercare di perdere il meno possibile l’Ucraina deve in qualche modo cambiare gli attuali interessi dell’Europa, in modo che una pace accettabile per l’Ucraina diventi sostenuta al costo di investire risorse significative. L’Europa cioè dovrebbe aumentare significativamente il suo sostegno militare e finanziario e forse fornire un limitato supporto militare diretto.
In generale, quando Trump dice “la guerra finirà ora o durerà per sempre”, sembra avere ragione: o si troverà una combinazione per cui al Cremlino non converrà più continuare – e allora la guerra finirà, oppure tutti i partecipanti continueranno senza fine. Ma trovare una tale combinazione, in cui nessuno dei grandi giocatori rinunci ai propri interessi e accetti di assumersi rischi aggiuntivi, sembra impossibile.
Abbiamo visto come l’Europa abbia commesso errori per tutto questo tempo su numerosi parametri. Esiste una probabilità che la Russia, vincendo in Ucraina e riorganizzandosi, attacchi, ad esempio, i paesi baltici? Esiste una probabilità non nulla che l’economia russa collassi nel prossimo futuro?. Ci sono molte altre possibilità che potrebbero cambiare gli equilibri, riorientare le motivazioni dei giocatori e costringerli a comportarsi diversamente. Ma oggi i giocatori credono in ciò in cui credono, e non si può ignorarlo per nessun motivo.
(Andrey Movchan)