venerdì 16 maggio 2025

No, la condotta d'Israele non è la causa dell'antisemitismo Iuri Maria Prado

 


No, la condotta d'Israele non è la causa dell'antisemitismo

Iuri Maria Prado

Prendiamo il caso di questa desolante macchietta del circo politico italiano, Vincenzo De Luca, perché il suo caso dimostra quanto siano radicati a livello plebeo – e dunque quanto siano pericolosi – certi convincimenti.

La storia è che l’insorgenza antisemita sarebbe causata ora da Israele, ora dal governo israeliano, ora da Netanyahu e via di questo passo. “Non può essere tollerata nessuna forma di rinascita dell’antisemitismo”, dice De Luca. “Ma in questo momento – continua – il principale alimentatore del nuovo antisemitismo si chiama Netanyahu con i suoi crimini di guerra”.

Lui non lo sa, De Luca non lo sa, come non lo sanno i tantissimi che a destra, a sinistra e al centro e poi sui palchi del Porcaio Unico Televisivo Italiano ripetono quello sproposito: non lo sanno, ma nulla è più antisemita, nulla è tanto profondamente antisemita quanto argomentare – naturalmente dopo aver detto che l’antisemitismo è intollerabile – nulla è più antisemita che argomentare che la colpa è di Israele, o del governo israeliano, o del primo ministro di Israele.

Ammettiamo pure, infatti, che chi prende a sassate un bambino ebreo a Parigi o a Bruxelles lo faccia perché Israele commette crimini di guerra. Ammettiamo che l’energumeno che davanti a una scuola ebraica di Milano prende di mira un vecchio e un bambino ebrei gridandogli pezzi di merda e figli di puttana, lo faccia perché il governo israeliano è responsabile di crimini di guerra.

Ammettiamo che una sinagoga a Seattle sia incendiata, o che un memoriale della Shoah a Parigi sia devastato, o che in un aeroporto asiatico cominci la caccia all’ebreo, o che il cantiere per la costruzione di un museo della Shoah a Roma sia ricoperto di sterco, ecco, ammettiamo che tutto questo avvenga perché Netanyahu è responsabile di crimini di guerra.

Bene, tutto questo dovrebbe costituire un’aggravante, no? Il fatto che qualcuno prenda a sassate un ebreo, il fatto che sulle case degli ebrei ricomincino a fiorire le stelle gialle, il fatto che gli ebrei non siano più sicuri nelle strade in cui 80 anni fa erano rastrellati, e il fatto che tutto questo succeda perché Netanyahu fa crimini di guerra, dovrebbe rendere anche più detestabile, anche più condannabile il fenomeno, no?

E no invece. Dispiace, ovviamente, se gli ebrei sono perseguitati, se sono discriminati, se sono aggrediti: ma vogliamo dimenticarci di quello che fa Israele? Vogliamo dimenticarci dei crimini di Netanyahu? Il rabbino preso a bastonate per strada, accidenti, non lo sa che Bibi commette i crimini di guerra?

E queste comunità ebraiche che si lamentano dell’antisemitismo, ma non lo sanno che il governo israeliano commette crimini? E che cosa aspettano a dissociarsene? Che cosa aspettano a dimostrarsi ebrei buoni? Cioè a guadagnarsi il diritto di non essere presi a sassate denunciando il nazismo di Israele.

È feccia antisemita, la peggiore, quella che davanti alla violenza antisemita evoca le malefatte di Israele o del suo governo.