lunedì 8 gennaio 2018


TOWARD THE END OF TIME
"And yet does the appetite for new days ever really cease?"
“FIRST SNOW: it came this year late in November. Gloria and I awoke to see a fragile white inch on the oak branches outside the bathroom windows, and on the curving driveway below, and on the circle of lawn the driveway encloses—the leaves still unraked, the grass still green. I looked into myself for a trace of childhood exhilaration at the sight and found none, just a quickened awareness of being behind in my chores and an unfocused dread of time itself, time that churns the seasons and that had brought me this new offering, this heavy new radiant day like a fresh meal brightly served in a hospital to a patient with a dwindling appetite. And yet does the appetite for new days ever really cease?”
John  Updike, “Toward the End of Time.”

Prima neve dell'anno: stavolta è arrivata a fine novembre. Gloria e io al risveglio abbiamo trovato un paio di fragili centimetri bianchi sui rami della quercia davanti alle finestre del bagno, sul serpeggiante viale d'accesso e sul cerchio di prato che il viale racchiude - con le foglie ancora da rastrellare, e l'erba ancora verde. Alla vista della neve ho cercato dentro di me qualche traccia dell'allegria infantile e non l'ho trovata, solo la ravvivata coscienza di essere indietro con i miei lavoretti e un indistinto terrore del tempo in sé, il tempo che macina le stagioni e che ora mi presentava questa sua ultima offerta, questo nuovo pesante giorno radioso, come un altro pasto briosamente servito in ospedale a un paziente inappetente. Ancora l'appetito per i nuovi giorni finisce sempre davvero?. 
(Traduzione: Laura Noulian