RAZZE E TOLLERANZA
Discussione fb
30 gennaio 2016
Severina Alberti
Lettura da Adorno, "Minima Moralia": <<l’argomento corrente della tolleranza, per cui tutti gli uomini, tutte le razze sarebbero uguali, è un boomerang, in quanto si presta alla facile confutazione dei sensi; e anche la dimostrazione antropologica più rigorosa che gli ebrei non sono una razza […] L’utopia più astratta sarebbe troppo facilmente conciliabile con le tendenze più mefistofeliche della società. Che tutti gli uomini si somigliassero, è proprio ciò che vorrebbe. […] Una politica cui questo [ovvero la vera libertà nel rispetto delle differenze] stesse veramente a cuore, non dovrebbe propagare – neppure come idea –l’astratta uguaglianza degli uomini. Dovrebbe, invece, richiamare l’attenzione sulla cattiva uguaglianza di oggi, sull’identità degli interessi dell’industria cinematografica e dell’industria bellica, e concepire uno stato di cose migliore come quello in cui si potrà essere diversi senza paura. Quando si attesta al negro che è perfettamente identico al bianco, mentre di fatto non lo è, gli si fa, in segreto, ancora una volta torto. Lo si umilia amichevolmente confrontandolo a un criterio rispetto al quale, sotto la pressione del sistema, si rivelerà necessariamente inferiore: e mostrarsi alla sua
altezza sarebbe un merito assai dubbio>>. [pp. 114-115]
Per totalitarismo si intende, dunque, l’univocità del modello. Adorno usa parole di una rilevanza cruciale: l’obiettivo sarebbe quello di una società di diversi senza paura.
Federica Bruschi
Credo che Il concerto sia comunque lo stesso, cambia solo il modo di esprimerlo. L'espressione "siamo tutti uguali" implica, secondo me, un uguaglianza più profonda di quella che il semplice significato grammaticale le attribuisce, è ovvio che non siamo uguali. Credo che il rispetto delle diversità sia sottinteso e, nella suddetta espressione, si ponga come punto di partenza di un concetto più ampio che implica sopratutto un'uguaglianza di diritti.
Severina Alberti
Federica, è ovvio che non siamo tutti uguali, ma usare il contrario del concetto 'uguaglianza' ci turba come se portasse in sè qualcosa di negativo...
in un mondo moderno e emancipato come il nostro la dialettica concettuale viene eliminata... concetti forti come 'uguaglianza' e 'libertà' diventano, di fatto stra-usati fino all'inflazione del significato della parola stessa che li esprime...
La diversità secondo me, non ha bisogno di rispetto... a meno che venga considerata come una categoria inferiore ...
Federica Bruschi
Non colgo il problema nell'affermazione che siamo tutti uguali ne in quella che siamo tutti diversi, sono vere entrambe le cose. Sottoscrivo il commento di Alberto Conserva che ha spiegato chiaramente un concetto che io non sono stata in grado di esprimere.
Severina Alberti
Ho capito benissimo Federica. Ho risposto a Alberto come mi è stato possibile. Non volevo parlare di diritti, non ne abbiamo per natura, ma solo per cultura. Sottolineavo come a volte la parola tolleranza e uguaglianza siano solo semplici opinioni annacquate , opinioni che non sono assolute, appunto, ma solo relative a situazioni determinate e che non possono essere considerate né giuste né ingiuste, ma solo funzionali al raggiungimento di obiettivi anch'essi 'umani' e spesso utili al mantenimento dello stesso stato in cui si è.
Alberto Conserva
Il concetto di eguaglianza è un' astratta derivazione dalle metodologie matematiche. In natura, almeno al livello delle nostre conoscenz possibili, non esiste un oggetto perfettamente uguale ad un altro. Tra gli uomini, che come oggetti sono alquanto complessi, le diversità tra un individuo ed un altro sono profonde. Non capisco quale senso possa avere, parlare di differenza tra le razze, tra gli uomini e le donne, tra gli uomini e gli scimpanzé, se non in relazione ad un problema specifico, affermare che sono diversi è una pura insignificante tautologia.
Severina Alberti
Sì, certo, Alberto ogni discorso è semplice retorica... è solo un veicolo che permette a pensieri diversi di incontrarsi...
Adorno ci mette solo in guardia.... come dietro ogni concetto ci sia il proprio contrario...
Mi è venuto in mente questa vecchia lettura di tanti anni fa in seguito alle conversazioni, e non solo, dei giorni scorsi sui principi di uguaglianza e di libertà...
Nel testo l'autore argomenta come, nascosta dietro la retorica dell'astratta uguaglianza, si annida l'idea che pensieri forti e radicali vengono rimossi in nome di una 'falsa tolleranza' ...che di fatto si manifesta solo per dirigere ciò che si muove nella direzione del 'già previsto'...
Mi sembra chiaro nel passo riportato che l'autore metta in guardia dallo spirito totalitario strisciante che propone 'modelli unici' ai quali uniformarci...
Se uno pensa 'diversamente' dall' opinione ' tollerante' viene sospettato di intolleranza.
Battiamoci per le idee 'diverse' almeno quelle manteniamole libere...
Laura Forte
allora, Adorno ha ragione, perchè il suo discorso vuole significare che il maggior regalo che possiamo farci fra umani è rispettarci anche nelle differenze. negarle per l'appunto sminuisce l'altro. e apre la porta non solo all'appiattimento collettivo, ma al rischio che non appena quelle differenze emergono, le si voglia zittire, facendo cadere un castello di carte di finta tolleranza (che già è una brutta parola, se vogliamo). però ribadisco, come Paolo, che le razze non esistono. esite la specie umana con le sue tante evoluzioni genetiche.
Paolo Bolzani
Viva la diversità! Di pensiero innanzitutto. Ma non solo. No alla intolleranza di molti, ma molti "tolleranti". Dietro la sbandierata tolleranza si annida spesso un progetto di omologazione, anticamera di ogni totalitarismo.
Severina Alberti
anche la specie è una classificazione degli 'umani'... finchè si usa la parola, non mi preoccupa affatto.
Adorno non invita al rispetto, non fa il prete. Fa solo notare che dietro la parola uguaglianza c'è spesso un senso di superiorità in chi la concede e che annulla l'uguaglianza stessa...
Paolo Bolzani
Certo la tolleranza nasconde il suo contrario. « La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi. (Karl Popper, La società aperta e i suoi nemici, a cura di Dario Antiseri, traduzione di Renato Pavetto, Armando Editore, Roma, 1974)
La tolleranza degli intolleranti: "Del resto, i fautori della tolleranza unitaria sono sempre inclini all'intolleranza verso ogni gruppo che non si adatta: con l'ottuso entusiasmo per i negri si concilia l'indignazione per l'inciviltà ebraica. Il melting pot era un'istituzione del capitalismo industriale scatenato. L'idea di finirci dentro evoca il martirio, e non la democrazia." Sempre da Minima Moralia