CHI AMA TORNA SEMPRE INDIETRO
Di Guillaume Musso
"Un bel giorno il futuro si chiama passato.
E a quel punto che voltiamo le spalle e vediamo
la nostra gioventù."
Luis Aragon
Ho letto con grande piacere “Chi Ama Torna Sempre Indietro” per un motivo solo: perché mi interessava un racconto che mi avrebbe condotto ad esplorare l'idea, che credo abbiamo tutti, di cosa avrei fatto avendo la possibilità di cambiare qualcosa del mio passato. La storia si dipana intorno alla vicenda di Elliott, sessantenne, che ha scoperto di essere malato, e che riceve quella che si rivelerà l’occasione della vita. Dieci pastiglie. Ogni pastiglia un viaggio indietro nel tempo di trent'anni. Mi sono fatto coinvolgere in questo viaggio che più che nel tempo è un percorso nei sentimenti, nelle scelte difficili e contrastanti, in ricordi di un passato che, anche se potessi cambiarlo, produrrebbe effetti che non vuoi sul presente. Il tutto scritto cn uno stile veloce, essenziale ma ricco di grande fantasia.
Incipit
Primo incontro Un bel giorno il futuro si chiama passato.
E a quel punto che voltiamo le spalle e vediamo
la nostra gioventù.
Luis Aragon
AEROPORTO DI MIAMI SETTEMBRE 1976 ELLIOTT HA TRENT'ANNI
È una domenica pomeriggio di settembre, sotto il cielo della Florida.
Al volante di una Thunderbird decappottabile, una giovane donna percorre
la strada che conduce al terminal. Procede a velocità sostenuta, con i
capelli al vento, e supera diverse auto prima di fermarsi davanti alla
sala partenze per far scendere l'uomo seduto sul sedile passeggeri. Lui
prende la borsa dal bagagliaio, si china sul finestrino e manda un bacio
alla guidatrice. Poi sbatte la portiera ed entra nell'edificio di vetro e
acciaio.
L'uomo è Elliott Cooper, e ha un bel fisico longilineo. Fa il medico a
San Francisco, ma con quel giubbotto di pelle e quei capelli ribelli
sembra quasi un adolescente.
Si dirige meccanicamente al check-in per prendere la carta di imbarco del
volo Miami-San Francisco.
"Scommetto che già ti manco..."
Stupito di sentire quella voce familiare, Elliott si gira di scatto.
La donna, la stessa di prima, lo guarda con occhi di smeraldo carichi di
sfida e insieme tenerezza. Porta un paio di jeans dalla vita bassa, una
giacca di daino attillata su cui spicca il distintivo "Peace and Love" e
una T-shirt con i colori del Brasile, suo Paese d'origine.
"Qual è stata l'ultima volta che ti ho baciata?" chiede lui posandole una
mano sul collo.
"Ben un minuto fa."
"Un'eternità", mormora lui stringendola a sé.
La ragazza è Ilena, la donna della sua vita. La conosce da dieci anni e
le deve tutto il meglio di sé: è stata lei a spingerlo verso la
professione di medico, lei a indurlo ad aprirsi agli altri, lei a
ispirargli un certo rigore nell'etica personale.
È stupito che lo abbia seguito al terminal: in genere preferiscono
evitare i lunghi addii, consci di come quei pochi minuti in più passati
insieme procurino alla fine più sofferenza che conforto.
Il fatto è che la loro è una storia complicata. Lei vive in Florida, lui
a San Francisco.
Il loro amore a distanza deve fare i conti con i quattro fusi orari che
li separano, e con i quattromila chilometri che separano la costa est da
quella ovest.
Certo, dopo tanti anni avrebbero potuto decidere di convivere. Ma non
l'hanno fatto. All'inizio temevano il logorio indotto dall'abitudine;
perché, se da un lato la quotidianità ti rende la vita più tranquilla,
dall'altro ti priva di quegli impeti del cuore che loro
continuano a provare ogniqualvolta si incontrano e da cui traggono
ossigeno.