sabato 30 novembre 2019

RICORDI: 
AL SUPERMERCATO CON MAMMA
Gianfranco Giudice
Non so se, come dice il grande scrittore, la bellezza salverà il mondo; sicuramente l'ironia, soprattutto quella involontaria, aiuta a viverlo un poco meglio questo nostro mondo. Spesso mi osservo come l'attore comico di un film, indubbiamente il venerdì mattina accadono episodi salienti di questa strana trama. La mattina libera dalla scuola è dedicata a fare la spesa al supermercato con mamma. Pensavo proprio ieri sera che quando ero piccolino era lei che portava me per mano con la corriera a fare la spesa al mercato, oppure alla meravigliosa Standa e qui erano fuoco e fiamme per tirami via dalle macchinine! Ora sono io che porto lei, nel ciclo della vita che si chiude. Ogni venerdì è una gara tra me e lei di memoria delle cose da comprare, oppure per ritrovarci tra le corsie perché uno perde l'altro, col carrello abbandonato da qualche parte. Ad un certo punto assumo il comando e prendo in mano la nota della spesa per controllare cosa manchi, tralasciando cosa abbiamo preso più volte. "Le verze, le verze!", urlo stamattina, tipo Archimede:"Eureka!". Ecco cosa manca ancora, dico a mamma; nel mentre passa una signora che ha sentito e guardandomi sorridendo mi dice:"Che pazienza questi uomini". Mia madre non ha capito, crede che conosca la signora, le spiego di no; allora lei si mette a ridere e chiede alla signora, sempre più divertita, se ha capito che sono suo figlio. La gentile signora con dolcezza le risponde di sì, "si vede, vi assomigliate". Rassicuro mamma che non mi aveva scambiato per suo marito, oppure per la nonna, giusto per non sentirmi più vecchio di quel che già mi senta! Sto ancora finendo di ridere, dopo avere salutato la signora, che mi si para davanti un uomo con un carrello. Mi saluta con fare deciso, come se ci fossimo appena visti. E chi lo riconosce questo qui? Gli do la mano e gli chiedo lumi sulla sua identità; certo che lo conosco, è un vecchio compagno siciliano, maestro nel cucinare il pesce; era del PCI di via Di Vittorio, un tempo zona rossa di Como; appena scopro chi sia quest'uomo molto invecchiato lo accarezzo sulla spalla. Sono passati più di trent'anni, per tutto.