lunedì 25 gennaio 2021

LA LETTURA NON SIGNIFICA PIÙ NULLA Estratto da "Un regno di matite" Elias Canetti



LA LETTURA NON SIGNIFICA PIÙ NULLA
Estratto da "Un regno di matite" 
Elias Canetti 
Adelphi

Nel 1993, Canetti coglieva nell’incapacità di trasmutazione della lettura in sudore e sangue da riversare nella storia, lo stigma di un rivolgimento epocale che assegna all’uomo il destino di abitare i sentimenti senza che da essi si originino conseguenze di sorta.

Sta arrivando un’età, forse l’ultima, in cui la lettura non significa più nulla. Non si collega più all’esistente, scivola via, non sedimenta più, non lascia tracce. Forse risveglia ancora desideri di altre cose che andrebbero lette, ma sono desideri vaghi che svaniscono prima di potersi articolare. Come giudicare questo tipo di lettura, così diverso da tutto quello che prima chiamavamo leggere? Forse è una sorta di esercizio all’oblio delle parole, il loro palpito prima del silenzio.

E pertanto la lettura, resa residuale e di fatto abolita nelle sue finalità umanistiche, da lievito per i registri logici e la flessibilità del pensiero, rischia davvero di diventare, qualora già non lo sia, strumento di una scadente omologazione che alla velocità della luce consuma le proprie determinazioni.