mercoledì 13 gennaio 2021

FIABE G.K. Chesterton ORTODOSSIA


 FIABE

Estratto da "ORTODOSSIA"

G.K. Chesterton 

Le fiabe delle fate non sono affatto evasioni; lungi dall'essere irreali sono più reali del reale perché sono un tentativo di dirne la verità profonda:

“La mia prima ed ultima filosofia, quella alla quale ho creduto con ininterrotta certezza, l'ho imparata da bambino. L'ho imparata generalmente da una nutrice: solenne e predestinata sacerdotessa della democrazia e della tradizione. Le cose in cui ho sempre creduto di più, allora ed ora, sono le cosiddette novelle delle fate: che a me sembrano cose interamente ragionevoli. Non sono fantastiche: tante altre cose, al loro confronto sono fantastiche. Al loro confronto la religione e il razionalismo sono tutt'e due anormali, sebbene la religione sia anormalmente vera e il razionalismo anormalmente falso. II paese delle fate è il soleggiato paese del senso comune”. (GKC, Ortodossia, pagg. 67-68) 

Ci spiega Chesterton che è il giardino delle fate che insegna all'uomo la corretta definizione della ragione così come essa è, liberata dalle restrizioni e dalle amputazioni alle quali la tradizione filosofica, derivata in vario modo dall'Illuminismo, ci ha abituato. È la ragione che rifiuta sia il determinismo, che vuole ricondurre tutto al meccanismo della natura che sarebbe governata da leggi universali e necessarie, ma che rigetta al tempo stesso i vari scetticismi, che traggono dall'impossibilità di fondare le affermazioni della ragione una visione di  insensatezza del mondo.