LA BANDA DEL "BIGIO"
Bruno Fasoli
Dopo tantissimo tempo, oggi, ho rivisto un vecchio compagno di scuola. Anche lui faceva parte della banda del "bigio": eravamo sei o sette, non ricordo bene, che puntualmente, assottigliavamo i giorni di scuola durante la settimana. Si frequentava il V° anno di Perito Meccanico e non c'erano ancora i banchi con le rotelle.
Il sabato sera, ci si incontrava tutti alla vecchia fornace di mattoni: il custode era il papà di questo mio amico. Portavamo quantità immani di patate, formaggio Pecorino, sale, pepe e vino, tanto vino.
Tagliavamo a fette le patate, le infilzavamo in un filo di nickel, credo, e le calavamo nelle piccole feritoie poste a terra, e collegate alla fornace sottostante il pavimento.
Le risalivamo dopo pochi istanti, tutte belle croccanti e profumate.
Teglie enormi le accoglievano mentre l'esperto le regolava di sale e pepe.
Avete mai visto ridere gli occhi?
Noi si, quel tempo.
Questa era la nostra "movida" del sabato sera, con quattro soldi in tasca, ma felici.
Io ero sempre l'ultimo a tornare a casa, dovevo accompagnare a casa Sandrino, regolarmente groggy dal vino, per inserire la chiave giusta nella toppa del portone perché lui bisticciava sempre con le altre del mazzo.
Era il 1972 ed eravamo felici.
P.S.
Sandrino non c'è più, un male terribile, se lo portò qualche anno dopo. Lui era fascista, io comunista: guai a chi osava toccarlo, ma erano altri tempi...