martedì 21 ottobre 2025

QUANDO IL VUOTO D'IDEE DIVENTA STRATEGIA: LA DERIVA DEL PARTITO DEMOCRATICO Alessandro Tedesco



QUANDO IL VUOTO D'IDEE DIVENTA STRATEGIA: LA DERIVA DEL PARTITO DEMOCRATICO 

 Alessandro Tedesco 

 20/10/2025  

 

Quello a cui stiamo assistendo non è un incidente di percorso, né un semplice inciampo comunicativo. La dichiarazione di Elly Schlein all’estero, dove si stabilisce un nesso implicito tra un atto criminale e la legittima presenza di un governo democratico, segna il valico di un confine. È la manifestazione plastica di una crisi cognitiva, di quella liquefazione del pensiero che ormai tracima dai social network per infettare il vertice del principale partito d’opposizione.

L’operazione della segretaria del PD non è critica politica, ma un’altra cosa. È un’insinuazione grave, pronunciata non a caso fuori dai confini nazionali, dove la cassa di risonanza serve a delegittimare l’intero sistema-Paese. Quando il linguaggio pubblico dissolve la barriera tra il conflitto politico e l’insinuazione penale, la democrazia perde la sua grammatica. Si entra nel territorio dell’anomia, dove le parole perdono il loro peso e la responsabilità svanisce.

La ragione di questa scelta non va cercata in un tentativo di mascherare una pochezza di idee. La verità è più desolante: il vuoto è diventato esso stesso una strategia. Di fronte all’incapacità di produrre una singola idea programmatica, l’unica tattica per tenere unito il proprio elettorato non è più la proposta, ma un’incessante polarizzazione. Non avendo nulla da costruire, si sceglie di delegittimare chi governa.

È un manuale già visto: si alimenta la pancia di un elettorato disorientato, lo si convince di vivere in un’emergenza democratica perenne, sotto l’attacco di un avversario demonizzato. Il PD sembra così aver smarrito la sua funzione, trasformandosi da forza di governo in un agglomerato prigioniero di categorie novecentesche, incapace di leggere la complessità del presente.

Questa non è più opposizione. È una contrapposizione ideologica, aprioristica e sterile, che si nutre di un livore che offusca la politica. Il risultato non è il rafforzamento di un’alternativa, ma la sua dissoluzione in un’accusa permanente, in un collateralismo che perde di vista l’interesse nazionale. È il sintomo di una classe dirigente inconsapevole, un pericoloso strumento che, nel tentativo di infiammare i suoi, finisce per corrodere le fondamenta della convivenza civile.