sabato 14 gennaio 2017



SABAOTH.
Estratto da 
Alberto Savinio
"Narrate, uomini, la vostra storia"

“Alla finestra è affacciata una donna, i gomiti sul davanzale. Il sole cala di là dai monti della Val di Nievole, accende un’aureola in quei capelli d’oro.
Quando Mosè salì al Sinai per incontrarsi col Signore, questi di lontano gli gridò: « Entra in quella grotta, Mosè, e non guardare la mia faccia mentre passo, se non vuoi morire ». Per maggiore prudenza il Signore posò la mano sull’apertura della grotta, e non la ritrasse se non quando fu passato. Messa fuori la testa, Mosè vide le terga enormi di Sabaoth(1), che si allontanava tra le saette.
Temeva quella signora che, voltandosi, noi dietro si cadesse fulminati?”

(1) sabaoth Traslitterazione del termine ebraico ṣĕbā’ōt (plur. di ṣābā «esercito»), nelle locuzioni bibliche Yahweh ṣĕbā’ōt «Dio degli eserciti», e Yahweh Elōhē ṣĕbā’ōt «Dio Signore degli eserciti. Dalla Bibbia l’espressione è passata nella liturgia (Sanctus sanctus sanctus, Dominus Deus sabaoth, nella Messa). L’espressione biblica celebra in Dio la prerogativa di capitano degli eserciti d’Israele o di Signore delle schiere celesti, ma in ambito cristiano si preferisce interpretare l’espressione come «Signore Dio dell’universo», cioè di tutto il creato.(TRECCANI)