Mia mamma diceva, quando il chiasso vociante era al massimo in casa: "ma basta insoma" in dialetto mantovano.
mercoledì 15 novembre 2017
ERA UN MATTINO DI SETTEMBRE
Carlos Drummond De Andrade
Era un mattino di settembre
e
lei mi baciava il membro
Aerei e nuvole passavano
cori neri rimbombavano
lei mi baciava il membro
Il mio tempo di ragazzo
il mio tempo ancor futuro
tutti insieme rifiorivano
Lei mi baciava il membro
Un uccellino cantava,
nel cuore dell'albero, nel cuor
della terra, di me, della morte
Morte e primavera in fiore
si disputavano l'acqua chiara
acqua che accresceva la sete
Lei mi baciava il membro
Tutto quello che ero stato
quanto mi era già negato
non aveva ormai più senso
Solo la rosa contratta
il tallo ardente, una fiamma
e quell'estasi nell'erba
Lei mi baciava il membro
Di tutti i baci era il più casto
in quella purezza spoglia
che é delle cose donate
Non era omaggio di schiava
avviluppata nell'ombra
ma regalo di regina
che diventava cosa mia
mi circolava nel sangue
e dolce e lento e vagante
come bacio di una santa
nel più divino trasporto
e in un fremito solenne
baciava baciava il membro
Pensando al resto degli uomini
che pena avevo di loro
prigionieri in questo mondo
Il mio impero si estendeva
a tutta la spiaggia deserta
e ad ogni senso all'erta
Lei mi baciava il membro
Il capitolo dell'essere
il mistero di esistere
la delusione d'amare
eran tutto onde silenti
spente su moli lontani
e una città si ergeva
radiosa di pietre rare
e di odi ormai placati
e sulla brezza il piacere
veniva a portarmi via
se prima non mi afflosciava
come un capello si alliscia
e mi scombussolava
in cerchi tutti concentrici
nella foschia dell'universo
Baciava il membro
baciava
e se ne moriva baciando
per rinascere a settembre