domenica 5 novembre 2017


"MISURATORE È L'UOMO"
Di Fabio Noto
"L'uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono."
("πάντων χρημάτων μέτρον ἐστὶν ἅνϑρωπος, τῶν μὲν ὄντων ὡς ἔστιν, τῶν δὲ οὐκ ὄντων ὡς οὐκ ἔστιν")
Un Protagora frammentato, ripreso da Platone, divenuto poi 'simbolo' della centralità dell'uomo nell'universo. O dell'uomo 'scatenato'. Per cui, egli (l'uomo) diventa responsabile (nel doppio senso che la parola evoca) della conservazione e/o della distruzione del 'creato'. Ad esempio, come unico 'responsabile' dei cambiamenti climatici. Nel Bene e nel Male.
Che Forza, quest'uomo! Soprattutto se intruppato in un esercito a costituire l'Umanità! Esercito di invincibili e di conquistatori. 'Idea' che tutto permea e tutto possiede.
Ma torniamo a Protagora. E smascheriamo la traduzione maliziosa di quel frammento: che sorvola con nonchalance su quel "χρημάτων", assorbendolo nel "πάντων", come fosse un inutile sovrappiù. Ma non lo è: la sua presenza circoscrive l'ambito a cui Protagora fa riferimento. Non 'le cose' in generale (gli 'enti' filosofici e l'Essere che sembrerebbe richiamato dal "che sono in quanto sono") bensì alcune 'cose' particolari.
Le ricchezze, gli averi, i beni e la loro proprietà: "χρῆμα", per l'appunto; rimandando alla dimensione dell'utile, del redditizio, del valore.
Come testimonia il successivo "μέτρον ἐστὶν", la cui lettura forse si chiarisce richiamando quanto l'attento Nietzsche propose:
"In verità, gli uomini si diedero da sé tutto il loro bene e male. In verità, non lo presero, non lo trovarono, non scese a loro come voce dal cielo.
Fu l’uomo a riporre valori nelle cose per sopravvivere, fu lui a creare senso alle cose, un senso umano! Perciò si chiama 'uomo', cioè, il valutante.
Valutare è creare: udite, creatori! Il valutare è di per sé tesoro e gioiello di tutte le cose valutate.
Solo perché si valuta esiste il valore: e senza il valutare l’esistenza sarebbe un guscio vuoto!"
("Così parlò Zarathustra" - Parte Prima - Di mille ed una meta).
"Il valutante", dunque: non "Colui che è Misura" ma più semplicemente "colui che misura", per sua stessa necessità d'esistenza. E, allora, "μέτρον ἐστὶν ἅνϑρωπος" andrebbe tradotto come "misuratore è l'uomo".
Con buona pace per i terrorizzanti profeti della 'responsabilità' prospettica (da 'un' piccolo punto di vista) della conservazione o meno di 'tutte le cose', di cui l'uomo sarebbe destinatario e principe.
La 'forza' dell'uomo è imparagonabile (e perciò irriducibile a 'misura') alla 'Forza' che ci sovrasta, ci comprende e ci abbraccia.
Oh, uomo! Sei così piccolo, così fanciullo!
Pensi che basti divenir adulto per farti Grande?
Non vedi che continui solo a giocare?
No, non lo vedi più: costretto a di-mostrare, non sai più cogliere ciò che, semplicemente, si mostra.
P. S.: una delle più strane contraddizioni, che si annida tra i fautori della responsabilità dell'uomo nei cambiamenti climatici, è la ridicolizzazione di chiunque provi a parlar di scie chimiche; mentre dovrebbero essi stessi rendersene paladini; ma è solo un gioco delle parti: a chi fa più l'uomo di casa.