Mia mamma diceva, quando il chiasso vociante era al massimo in casa: "ma basta insoma" in dialetto mantovano.
domenica 26 novembre 2017
SONNO DELLA RAGIONE.
Scrive Michele Magno:"Nel gioco della torre, Bersani chi butterebbe giù tra Berlusconi e Di Maio? Mai domanda fu più retorica. Sorvoliamo pure sul suo endorsement pro Grillo a Ostia. Ma più viene insultato dallo “sceriffo della rete” e più continua a sostenere che il M5s è una forza di centro dei tempi moderni; che costituisce un argine alla deriva neofascista; e che, se alle prossime elezioni si indebolisse troppo, arriverebbe una “robaccia” di destra. Siamo ben al di là della soglia del ridicolo: o è puro masochismo, o ci troviamo di fronte a una specie di sindrome di Stoccolma. Un movimento conservatore di massa viene presentato addirittura come potenziale interlocutore da un neopartito che ha come ragione sociale il primo articolo della Costituzione, antitetico all’idea del reddito di cittadinanza. Chissà: può darsi che Bersani, incarnazione del buon senso contadino con le sue mirabolanti metafore agresti, si sia convertito all’utopismo naïf della decrescita felice caro alla Casaleggio Associati. Una ditta traboccante di risentimento contro la “casta” e di sfiducia nella scienza: questa sarebbe una forza di centro? Se poi, più che su una grottesca cultura politica, si gettasse lo sguardo sul martellante squadrismo verbale contro la democrazia parlamentare, qualsiasi ipotesi di dialogo dovrebbe essere considerata indecente. D’Alema ha però obiettato che gli elettori del M5s sono tanti, e che con loro bisogna parlare. Va da sé: con gli elettori bisogna sempre parlare, anche con quelli della Lega e di Forza Italia, per convincerli con buoni argomenti a cambiare cavallo. In conclusione, occorrerebbe chiedersi perché le pittoresche pulsioni di tipo plebiscitario dei pentastellati sono viste con simpatia in taluni ambienti politici e intellettuali della sinistra radicale. Sonno della ragione, abbaglio teorico, sintomo di quel clima sempre più ostile al renzismo in cui si è consumato il fallimento della riforma costituzionale? Confesso di non avere risposte certe. Forse non resta che sperare in congiunzioni astrali più benigne per le sorti del Belpaese.