SOFFIARE SUL FUOCO
Di Emanuela Fortunato
Soffiare sul fuoco, contro il ritmo mortificante delle parole a unico senso e contro l'avvenire, contro le paure.
Vivere l'incanto divino dell'intreccio dei corpi, un dio è venuto a sorriderci folle. Incontro imponderabile di un abisso, tra ciò che attrae e respinge l'odore, l'umore, e la pelle.
Luci nel buio, intermittenze si frappongono al sangue ai polsi, tra ciò che sei e ciò che è sempre in potenza di essere, altro ancora e ancora in altra pelle. Buio che sovrasta le luci, parole venute dalla dimenticanza, dalla furia, dall'assenza, da nulla, afferrano la bocca e i fianchi, dimenticano l'amore. È il tuo essere animale e dio nelle nuove sospensioni del fiato, nell'interruzione del respiro e delle mani.
Le dita si confondono nell'oscurità, e le bocche diventano calme, e si dividono i corpi e si fondono i pensieri, si toccano gli abissi dentro al cuore, il frutto di ciò che tacevi, di ciò che era il ventre del fingere, di ciò che desideri di nuovo ripetersi dentro ai tuoi occhi, dentro alle seduzioni del vuoto ad ascoltare.
Vagare così,
Così viaggiare,
Così sentire,
Così morire,
Così ballare,
E soffiare sul fuoco
Soffiare sul fuoco
Soffiare sul fuoco
Prima che ritorni l'acqua.