L'AMORE RENDE UGUALI?
Estratto da F.W. Nietzsche, Aurora, V, 1, V, §532. trad. it. di F. Masini, Adelphi, Milano 2013
L'amore vuole risparmiare all'altro, al quale si consacra,
ogni senso di estraneità (Fremdsein). Conseguentemente è tutto un fingere e un assimilarsi, un continuo ingannare e recitare la commedia di un'uguaglianza
che in verità non esiste. E questo avviene così istintivamente, che le donne
innamorate negano questa finzione e questa costante dolcissima impostura e
affermano temerariamente che l'amore rende uguali (cioè opera un miracolo).
Questo processo è semplice: quando uno dei due si lascia amare e non trova necessario fingere, piuttosto lo lascia fare
all'altro, a colui che ama. Ma quando entrambi sono completamente invaghiti l'uno dell'altro, e quindi ognuno rinuncia a se stesso e vuole farsi uguale all'altro e a lui solo, non c'è commedia più
ingarbugliata e impenetrabile, e alla fine nessuno sa più cosa deve imitare, a che scopo deve fingere, per chi deve
spacciarsi. La bella assurdità di questo spettacolo è troppo perfetta per questo mondo e troppo sottile per occhi umani."