Mia mamma diceva, quando il chiasso vociante era al massimo in casa: "ma basta insoma" in dialetto mantovano.
giovedì 10 gennaio 2019
"Tu sei un’altra cosa.
Sono andata avanti per anni senza vederti,
quasi senza conoscerti,
e tu eri mio esattamente come adesso.
Io, che sono abituata ad aspettarmi il peggio,
non ho paura di perderti.
Puoi dimenticarmi,
abbandonarmi,
lasciarmi,
sarai sempre mio e solo mio.
Ti ho inventato io, amore mio.
Sei molto più che il mio amante.
Sei una mia creatura.
È per questo che mi appartieni,
quasi tuo malgrado."
Irène Némirovsky
Tratto da "I cani e i lupi"
Carico di malinconia e di passione "I cani e i lupi" è tante cose: un racconto emozionante sull’infanzia con la perdita dell'innocenza , la storia di un grande amore, la descrizione di un ambiente, la tragedia del popolo ebreo, in compagnia del sempre presente sordo dolore dell’esilio.
Sono sempre affascinato dalle capacità descrittive di Irène Némirovsky: con poche immagini e parole chiare, trascina subito il lettore nel luogo preciso, nel paesaggio, nella storia. Con la descrizione di gesti essenziali e asciutti, fa entrare nei tratti essenziali del carattere dei personaggi con le loro qualità e anche le loro meschinerie e cattiverie.