Gianfranco Giudice
9 gennaio 2018
Al di là delle tante e delle troppe parole che si dicono, dei tanti che sputano sentenze come se fossero verità assolute, quel che a me pare è che siamo dentro la storia del mondo che cerca un nuovo equilibrio da almeno venticinque anni, equilibrio che conosceremo solo quando arriverà, perché la storia non fa previsioni. Quando crollò l'Impero romano sotto l'urto della migrazione delle popolazioni germaniche, ci vollero secoli perché nascesse il nuovo equilibrio nell'Europa medioevale, che non era né solo romana, né solo germanica, era un prodotto nuovo, l'Europa cristiana. Oggi l'Occidente è in un fuoco simile, perché quelle attuali non sono emigrazioni, bensì migrazioni di popoli. Il mondo che verrà non lo conosciamo, sarà un inedito, i tempi della storia accelerano ma per vedere il nuovo mondo ci vorrà almeno tutto il XXI secolo. Io spero tanto che il mondo nuovo conserverà il meglio della nostra cultura, frutto della rivoluzione scientifica, dell'illuminismo, della rivoluzione francese e delle conquiste del movimento operaio. Spero, ma non so. Detto tutto ciò, resta certo la domanda cruciale e angosciante: che fare di meglio ora, dopo avere cercato di comprendere quel che accade oltre la cronaca?