LE TABELLINE
di Gianfranco Giudice
Quando facevo le scuole elementari quante sgridate da mamma che mi insegnava le tabelline. Ricordo ancora una volta che stavo con la faccia incantata e gli occhi spalancati a fissarla mentre attendevo che dalla sua bocca uscisse, come responso della Sibilla cumana, il risultato di una moltiplicazione che avrei dovuto fare io a mente, perché dalla mia bocca non usciva nulla di nulla. L'altro giorno durante una delle nostre quotidiane passeggiate mi ha ricordato che "non ero tanto bravo a scuola". Mannaggia a queste mamme, sempre a ricordarti vecchie storie. Però di una cosa sono convinto da sempre, se lei avesse avuto la possibilità di andare oltre la terza elementare avrebbe fatto sicuramente molta più strada di me. Oggi camminando assieme per tenere allenata la sua mente le faccio io ripassare la tabellina, così vediamo chi è più bravo. Mi batte ancora... Chissà cosa avrà pensato la coppia che ci ha incrociato lungo la strada e si è messa a sorridere sentendo me che urlavo a mamma due per due? Tre per tre? Sette per quattro?... Secondo me avranno pensato:"Guarda quel matto che infastidisce una donna anziana". Per fortuna che mamma ha detto loro che sono suo figlio e faccio il professore. "Di matematica?" Mi hanno chiesto. "No no" ho risposto, allungando il passo.