RICORDI: LE VIOLETTE NEL BICCHIERE
Di Marianna Saraceno
Il profumo delle violette é da sempre la chiave che apre la porta di una stanzetta contadina con un letto su cui un bimbo riposa dopo in intervento chirurgico di asportazione di tonsille e adenoidi senza anestesia. Siamo all'imbrunire di un giorno del lontano 1960 ed un vecchio contadino torna ricurvo dal duro lavoro dei campi, con un mazzolino di violette nelle sue grandi mani callose e le depone con imbarazzata delicatezza in un bicchiere pieno d'acqua posto sul comodino accanto al letto. Il volto scuro e rugoso di quest'uomo si abbassa a baciare la fronte di quel bimbo e l'espressione dura si ammorbidisce e gli occhi diventano lucidi. Una bimba intimidita guarda la scena nascosta in un angolo della piccola stanza affollata di donne premurose , nei suoi occhi si fissa così una scena che mai l'abbandonerá; ed ora che quel fratello ha prematuramente raggiunto il vecchio nonno il profumo ed il colore delle violette a primavera sono per lei un lenitivo del dolore della sua anima ancora sanguinante.
All'amica Gabriella Colistra che mi incoraggia e comprende e condivide i moti della mia anima.
All'amica Gabriella Colistra che mi incoraggia e comprende e condivide i moti della mia anima.