sabato 2 settembre 2017





RISENTIMENTO
Siamo ogni giorno invasi da notizie che, al di là del fatto immediato dovrebbero essere interpretate, inquadrate in una visione che ci permetta di capire cosa sta succedendo. Se non abbiamo gli strumenti culturali per districarci nel caos informativo, non possiamo che sentirci spaesati e confusi. Abbiamo a disposizione un enormità di notizie che producono per paradosso un eccesso di disinformazione.  Ci colpiscono senza tregua, per citarne alcuni, gli eventi della geopolitica , il terrorismo ovunque,  le ossessionanti polemiche su tutto della politica in Italia,  la catastrofe africana, l'immigrazione, le incertezze e contraddizioni della politica europea.
Le nostre scelte in politica spesso non sono altro che reazioni istantanee  all'ultimo evento della giornata. Esse non hanno quindi  spessore e coscienza profonda. Ci sembra che tutto nel mondo sia solo un caos insensato, di fronte al quale ci resta solo una risposta basata su sentimenti di  paura e risentimento, verso tutto e tutti.  Questo perché  nè noi, nè i politici, nè le istituzioni, sembrano avere la capacità di controllare, dominare, governare, lo svolgersi dei fatti. Ma questa carenza della politica che si muove su impulsi sempre mutevoli "alla giornata", senza risolvere i problemi, ha un radice in un vuoto culturale che non può essere facilmente e rapidamente riempito, poiché si sono perse le risorse critiche di ripensamento, di rielaborazione delle proprie categorie, di produzione di pensieri nuovi, di capacità di proporle come base di soluzioni ai problemi complessi della nostra vità come comunità. Non si tratta solo di richiamare il tema della "fine delle ideologie", ma soprattutto di aridità culturale. Perché dietro le ideologie c'erano idee, e da queste dobbiamo ripartire.