lunedì 11 settembre 2017



Nuvole
Hermann, Broch. “Gli Incolpevoli.”  “Ma non è già forse ogni nuvola una mediatrice fra cielo e terra? Non dissolve la terra e non abbassa il cielo, affinché la sua rotondità si insinui tra le case e tra i muri della piazza, la colpevole rotondità dell’imitazione? Bianchi sono i muri, bianche le nuvole che precedono in corsa la nuvolaglia nera, neri i libri e le parole dei libri, ma rosso e bruciante è lo sguardo che erompe dalla caverna dell’oscurità, risucchiando l’Io, proseguendo a ritroso per la fragorosa porta della morte e poi oltre nel freddo bruciante della tenebra. Le vie rettilinee del parco si intersecano, formano archi su archi, si sviluppano in un osceno gomitolo in cui tutto è uguale, e avvolgendosi mutuamente nel loro groviglio, a vicenda si divorano, a vicenda ripartorendosi in ritmo incessante. Allora non giova nessuna sentinella, non giova a nulla che un libro rosso tenti di rispecchiare quello che arde, perché è annullato il rispecchiamento del grande nel piccolo; è annullato il bello e la bellezza, i cavalli del monumento scalpitano via dalla bellezza della loro rigidità, e volano lontano; i polmoni degli uomini soffocano sotto le volte delle chiese e nessuna immagine può fissare quello che accade, perché ciò che vi è di più segreto erompe ormai, dilagando sulle pubbliche piazze.”