domenica 17 settembre 2017

NON MI FIDO DI LUI...

Anaïs Nin, "Henry & June", Bompiani, pagg 14,15
" Non mi fido di lui. Quando mi dice qualcosa di carino penso stia giocando sulla mia inesperienza. Quando mi stringe fra le braccia penso che si stia prendendo gioco di una piccola donna ridicola e troppo intensa. Quando diventa più appassionato allontano la faccia dalla nuova esperienza dei suoi baffi. Ho le mani fredde e umide. Gli dico francamente: " Non dovresti flirtare con una donna che non ne è capace". Lo diverte la mia serietà. Mi dice: " Forse tu sei il tipo di donna che non fa male a un uomo". È stato umiliato in passato. Quando pensa che io abbia detto: "Mi infastidisci", si allontana di scatto come se lo avessi morso. Io non dico mai cose del genere. È molto impetuoso, molto forte, ma non mi infastidisce per niente. Rispondo al suo quarto o quinto bacio. Comincio a sentirmi ubriaca. Mi alzo e in modo del tutto incoerente dico:Adesso me ne vado - non può essere senza amore". Lui mi stuzzica, mi morde le orecchie, mi bacia, e la sua focosità mi piace. Mi blocca per un attimo sul divano, ma in qualche modo riesco a sfuggirgli. Sento il suo desiderio. Mi piace la sua bocca e la forza sapiente delle sue braccia, ma il suo desiderio mi spaventa, mi allontana. È perché non lo amo, penso. Mi ha eccitato ma non lo amo, e non lo voglio. Appena capisco questo ( il suo desiderio puntato contro di me è come una spada tra di noi) mi divincolo e mi allontano, senza ferirlo in alcun modo.
E dire che volevo solo il piacere senza il sentimento! Ma qualcosa mi trattiene. C'è in me qualcosa di intatto, di indifferente, che mi determina. E bisognerà che venga smossa anche questa parte, perché io mi conceda completamente. Ci penso sul metrò e mi perdo.