domenica 17 settembre 2017


IL PROBLEMA DEI PROGRESSISTI
    Mentre i liberali di Forza Italia passano sopra a tutto e si accingono a coalizzarsi con i neo-fascisti di Casa Pound, i Fratelli d'Italia, i leghisti impresentabili, come quel cretino sesquipedale del sindaco di Pontida preso per i fondelli ieri da Gramellini sul Corriere, sull'altro fronte si continua a spaccare il capello in quattro: Civati è troppo a sinistra, Bersani è bollito, Renzi è troppo a destra, Pisapia è troppo morbido, Fratoianni è troppo duro, l'ala sinistra dei 5 stelle troppo forcaiola. Il problema dei progressisti in Italia (chiamiamoli così) è che, se anche fossero maggioranza, non se ne accorgerebbero.
    Commenti
    Franco Castronovo Troppo presi dal loro ombelico.

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    Luca Rossi I progressisti si chiamano PD e puntano seriamente a una maggioranza. Quegli altri sono reperti di un passato autoreferenziale, che chiama sé stesso progressista quando nei fatti è reazionario. Prima ce ne accorgiamo meglio è.
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    Walter Sabbatini Commento di una comicità involontaria strepitosa, Luca Rossi.


    Paolo Bolzani Per guardare al futuro è necessario avere cultura, cosa che mi sembra si sia in parte persa a sinistra, o comunque se ne stia trascurando l'importanza. Vedo che questa sinistra cammina con la testa rivolta all'indietro dimenticando che il passato è passato e il futuro non si costruisce con quello che è stato ma si costruisce con le idee.
    Oggi a sinistra ci troviamo di fronte al massimo dello spezzatino confusionario e parolaio: partitini personalizzati e fra loro litigiosi, movimenti, associazioni, tribù, minoranze che si compongono intorno a battaglie monotematiche.
    Non potrà esserci un futuro della sinistra se non a partire dal riconoscimento della propria inconsistenza e dispersione sia da un punto di vista culturale che organizzativo. La sinistra ha perso la capacita' di contribuire in modo positivo nella ricostruzione delle istituzioni e quindi essere parte vitale del sistema nervoso della società, perchè non ha più la capacità di pensare e progettare un futuro che rappresenti un progresso rispetto alla situazione presente.
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    Oleari Angelo Proprio come è accaduto qui a S.Fermo.

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    Luciano Arnaboldi " dovevano abbandonare ufficialmente il Partito:
    1-per non essere complici della sua inevitabile ulteriore degenerazione
    2- per sottrarre forza morale e materiale ai riformisti
    3- per evitare i "casi di coscienza" di molti compagni rivoluzionari decisi a uscire individualmente dal partito"
    Chi l'ha scritto? Vediamo chi indovina
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    Bruno Perlasca D'Alema? che a me comunque è simpatico...
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    Gianni Piatti Luciano sei tu che devi dirmi che diavolo c'entrano queste parole del 1910 di Mussolini, riportate a freddo, fuori contesto storico, con il post di Bruno attinente alla stretta attualità.
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    Luciano Arnaboldi Curiosità visto che si parla di Mussolini...
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    Gianni Piatti M. del 1910, abissalmente lontano da quello dopo il 1921
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    Luciano Arnaboldi Però come sembra attuale...come dice Bruno Perlasca sembrano dette da D'Alema
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    Luciano Arnaboldi Gianni in realtà il socialismo allora prese due vie: quella internazionalista sovietica,il comunismo è quella nazionalista , il fascismo...Ora che l'internazionalismo coincide col capitale finanziario ci sono i presupposti di una socialismo di tipo nazionale, ora detto sovranista.

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    Gianni Piatti Non mi trascinerai in polemiche ullteriori. Per me parli per slogan confusi, senza un minimo di rigore storico.
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    Gianni Piatti In URSS, con la tirannide di Stalin, si affermò il "socialismo in un paese solo", altro che internazionalismo. Come puoi affermare, d'altra parte, che il fascismo possa essere considerato un regime "socialista" solo perché Mussolini da giovane era stato socialista ( per poi fare una conversione a 180°?) Basta leggere qualche testo di storia economica del fascismo.

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    Luciano Arnaboldi Neghi che ci siano analogie col periodo attuale?

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    Gianni Piatti Il metodo storico ci ammonisce di stare molto attenti con le analogie, per non fare con superficialità di ogni erba un fascio.
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    Gianni Piatti Per finire, non confondere "globalizzazione" con "internazionalismo"
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    Luciano Arnaboldi Sottili differenze lessicali...che la sinistra sta ahimè confondendo non io...
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    Gianni Piatti Se snobbiamo la precisione dei termini, a cui tu (gli altri qui non m'interessano, il discorso è tra te e me) sei venuto meno, siamo fottuti. Tu m'insegni che è così anche in medicina.
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    Luciano Arnaboldi Lo conferma la politica terzomondista che è sponsorizzata dal capitale finanziario...non nasconderti dietro le parole
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    Gianni Piatti Parole in libertà, senza specificare con riferimenti precisi. Sono ospite di una bacheca, quindi termino. Se qualcuno legge ha tutti gli elementi per giudicare.
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    Luciano Arnaboldi Aspetto il parere del ns ospite
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    Bruno Perlasca Interessante. Del resto il primo Mussolini era un socialista soreliano di cultura per niente banale. Io le analogie con la situazione attuale le vedo, soprattutto per quanto riguarda, ma ne abbiamo già parlato altre volte, la coincidenza di posizioni, per esempio sull'immigrazione e sulla "via nazionale al socialismo", tra estrema destra e alcuni settori della sinistra radicale.
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    Gianni Piatti Bruno e Luciano, è sempre possibile scovare sottili analogie tra il presente e il passato più o meno remoto. Lavoro frutto di interpretazione, non certo registrazione di una realtà oggettiva. Ma bisogna documentarle con precisi riferimenti, non solo proclamarle. E quando si parla di analogie storiche, deve partire immediatamente il discorso sulle differenze.
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    Bruno Perlasca Vero, però certi ricorsi sono inquietanti. Ci sono figure intellettuali come Fusaro che non si capisce se siano di estrema destra o di estrema sinistra e sull'immigrazione, per fare un esempio, Revelli ed Erspamer, che sono indubbiamente di sinistra, hanno posizioni opposte.
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    Luciano Arnaboldi In Brianza aziende meccaniche assumono migranti con salari ridotti pare: sto con Fusaro
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    Gianni Piatti Signora Grazia Riggi, mi piacerebbe dialogare con lei attraverso argomentazioni, anche nel dissenso più radicale, non con icone che lasciano il tempo che trovano
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    Marialuisa Bibi Ronchi è precisamente grazie a questo "spezzatino in salsa colta" che a Como la nuova giunta interviene togliendo le panchine ai migranti
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    Lilli Movilli purtroppo la regola e' che se non sei convincente tu, il tuo posto lo prendono gli altri.
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    Gianni Piatti Per quanto riguarda Fusaro, onnipresente sui media, ogni epoca ha gli intellettuali che si merità. Per me usurpa il titolo di "filosofo".
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    Bruno Perlasca Però il problema non è il giudizio che si può dare su Fusaro o su chicchessia. Il problema è il marasma teorico in cui viviamo, che dipende secondo me da due fattori su cui non si discute abbastanza. Il primo è la globalizzazione "a trazione finanziaria" che è una relativa novità rispetto alle globalizzazioni passate, penso ai tempi dell'Impero Romano o a quelli di Carlo V o degli imperi coloniali anche più recenti, "a trazione industriale e commerciale". Si inserisce un elemento di impersonalità, di distanza dal contesto umano produttivo, che crea un disagio inedito. Il secondo fattore, secondo me, è la crisi del "modello pedagogico", acuita dal web. Anche questo non è un problema nuovo, in fondo il grande fallimento della cristallizzazione al potere delle avanguardie, in primis il leninismo, ha a che fare con questo. Quando oggi si discute di una Sinistra lontana dal popolo si dovrebbe parlare del fatto che le masse non accettano più il "verbo" imposto dall'alto, da chi crede di avere tutte le giuste le chiavi di interpretazione delle dinamiche storiche, ma cercano di imporre un modello di "autogestione" culturale, contestando l'autorevolezza delle agenzie pedagogiche. Si ripropone anche qui un nodo irrisolto che la cultura del '68 in qualche modo aveva intuito e che, per esempio, nell'estrema Sinistra italiana si rifletteva nelle differenze tra l'approccio autoritario di certi gruppi (Ms, Avanguardia Operaia, Potere Operaio) e quello libertario di altri (Lotta Continua, le frange luxemburghiane dello PSIUP). Naturalmente sono solo suggestioni che butto là e che andrebbero approfondite.
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    Luciano Arnaboldi Ricordi il commento filonazi di un mio ex paziente operaio...?
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    Gianni Piatti Bruno, problemi da far tremare. Io, come al solito tirato in ballo da Luciano a freddo, mentre ero a spasso, ho solo cercato negli ultimi commenti di contestare, a parte i riferimenti storici, questa sua affermazione, non dico falsa, ma buttata là in modo generico:“ la politica terzomondista è sponsorizzata dal capitale finanziario”. Chi attua la politica terzomondista? In che cosa consiste precisamente? Quali sono i suoi strumenti, le sue finalità ? Non è per pedanteria, ma giusto per capire. E lui mi risponde con commenti di qualche suo ex paziente..........
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    Luciano Arnaboldi Ciò bche resta della classe operaia e del ceto medio è profondamente " incazzata" contro questa sinistra PD e le sue riforme ( contro riforme) che hanno colpito la certezza del posto di lavoro,art18 e le prospettive pensionistiche . Risulta ovvio che si identifichino in Salvini che promette il ripristino dei diritti e Delle pensioni. Non mi sorprende che appoggino Casa Pound che cerca di opporsi al degrado Delle periferie dove è stata innestata questa invasione africana di nullafacenti ( ora , ma pronti domani a occupare anche i loro posti di lavoro per metà compenso). La balla che facciano i lavori che gli italiani non vogliono fare l'ho verificata lavorando a Milano dove si utilizzano a piene mani cooperative egiziane, albanesi e Sudamericane con italiani disoccupati nello stesso ruolo...

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    Enrico Ottavo Forse è per questo che non sono maggioranza