mercoledì 27 settembre 2017




TARDO-MORALISMO
di Severina Alberti
Il mondo tardomoderno, diversamente da quanto si crede e si scrive, è pesantemente condizionato dalla morale. In parte ne è persino ossessionato. 
In quest’ epoca storica caratterizzata dalla fuggevolezza ameboide e plastica di ogni esperienza, le poche morali ancora in uso divengono maschere legnose senza espressione.
Le innumerevoli versioni del bene ed il male, ormai ossificate non vengono spiegate più a nessuno, perché nel frattempo è diventato sdrucito e nebuloso ogni loro referente. Ridotte a mera convenzione, costume, senso comune, da esse trae inizio però ogni tentativo di spiegazione. Per cui, qualsivoglia narrazione, o interpretazione assume inevitabilmente il carattere di un subdolo giudizio morale su qualcosa o qualcuno. E’ questo strisciante e implicito verdetto finisce per sostituirsi interamente all’ oggetto cui è applicato, fino a risultare indistinguibile da esso.
Il giudizio morale degli altri e sugli altri, nell’ epoca dell’ obsolescenza del bene e del male, diviene, paradossalmente, l’ unica dimensione etica di cui l’ uomo contemporaneo è capace.