Ho imparato a non dare niente per scontato..neanche il piacere di potermi soffermare su piccole cose per goderle in tranquillità, considerandole ogni volta una conquista, riguadagnando l'attenzione di volta in volta.
Mia mamma diceva, quando il chiasso vociante era al massimo in casa: "ma basta insoma" in dialetto mantovano.
venerdì 29 settembre 2017
E CI RICORDEREMO
Di Emanuela Fortunato
Di Emanuela Fortunato
E ci ricorderemo di chi ci ha preso per mano e ci ha fatto danzare nel suo mondo.
Ci ricorderemo di chi col fuoco ha imparato a giocarci, di chi col fuoco convive, di chi fuoco lo diventa senza scendere a patti; di chi pone a difesa del fuoco solamente la spinta, la grinta, la gioia.
Ci ricorderemo di chi ci ha toccato l'anima senza chiedere rimborsi per l'orrore; di chi non ha timore del presente, di chi al serpente regala a sua volta la mela e infinite altre carezze.
E ci ricorderemo... di chi il corpo lo accende con un sorriso, con un passo, con il proprio odore e il proprio sesso.
Ci ricorderemo di chi la porta la apre per sempre e dell'assurdo fa vita e fa vanto.
Ci ricorderemo di un tango ballato come se fosse altro nuovo ritorno di adesso, come se avessimo il permesso dell'incendio dell'intero mondo.
Ci ricorderemo del sax, del jazz, delle trombe, del blues, delle vibrazioni e delle note a suon di pelle.
Ci ricorderemo delle sensazioni provate una volta varcata la porta di quel mondo possibile, dove le parole diventano corpo, dove le stelle si toccano all'altezza del suo sguardo e non è più cenere e pensiero.
Ci ricorderemo di quello straniero di passaggio, di quel bacio rubato tra le dita, e dopo il vuoto.
Ci ricorderemo della fertilità del deserto.
Ci ricorderemo di chi ci ha sorriso...
Io mi ricordo di chi mi ha sorriso.
Ma molto prima del ricordo, mi commuovo e lo assaporo.
E lo chiamo dolcezza, questo ascolto straniero.
Il cuore canta tra le fragole.
giovedì 28 settembre 2017
SOFIA LOREN
di Gianfranco Giudice
Oggi ho regalato un pacchetto di Marlboro a Sophia Loren. Vi chiederete se sono matto ma non è così, anche se per certi aspetti potrebbe esserlo. C’è una donna che buona parte dei comaschi conoscono almeno di vista, per averla osservata vagare macilenta da oltre dieci anni in vari angoli della città, in tutte le stagioni dell’anno, freddo, caldo, pioggia, sole, neve, sempre con un cappotto addosso e sulle spalle un sacchetto, la sua casa, una sigaretta permanentemente in bocca. La donna ha una età indefinita come tutte le persone che vivono sulla strada, sicuramente ha meno anni di quelli che dimostra, perché certe vite invecchiano più rapidamente e pesantemente di altre. Come fai a vedere sempre, da anni e anni una persona sulla tua strada e non provare almeno una volta a fermarti per chiedere chi sia? Così oggi appena vedo la donna misteriosa mentre passo in macchina lungo una strada della città, decido di fermarmi per andare a salutarla e regalarle un pacchetto di sigarette. Appena la saluto, mentre sta fumando seduta su un muretto, è naturalmente assai diffidente. Quando le dico se posso offrirle delle sigarette mi risponde bruscamente se le ho con me. Le rispondo che le do i soldi per comprarle, ma lei rifiuta orgogliosamente. Appena accenno un domanda praticamente mi manda a quel paese, dicendomi di lasciarla in pace. Così la saluto e me ne vado…verso una vicina tabaccheria per comprare un pacchetto di Marlboro, con cui dopo pochi minuti mi ripresento davanti alla donna. Appena mi vede avrà pensato: ”Che vuole ancora questo rompipalle?”, quando però le allungo il pacchetto di sigarette mi sorride e ringrazia, aggiungendo che non dovevo correre per portargliele. Le chiedo da dove arrivi, ma si capisce bene la provenienza dal suo accento tedesco. Mi risponde che è internazionale, fa dei gesti con le mani dicendo che arriva dall’altra parte, si intende del mondo, da Cuba e dalla Turchia. Quando le chiedo il suo nome, dopo averle detto il mio, mi dice che si chiama Sophia Loren, al che le dico che infatti è bella come lei. Ascoltando le mie parole, nonostante il viso indurito dalla vita, la donna che arriva da chissà dove e con chissà quale storia, mi sorride quasi imbarazzata. Non credendo che sia né cubana né turca, la saluto: “Auf wiedersehen”, al che lei risponde con perfetto accento tedesco: “Auf wiedersehen” e poi aggiunge il più confidenziale:”Tschüss”. Mentre me ne vado lungo il marciapiede osservo Sophia Loren che scarta il pacchetto di Marlboro per fumare un’altra sigaretta e passare un’altra giornata.
FIGLI DI ADAMO
di Severina Alberti
Sì siamo tutti figli di adamo... le differenze fra gli uomini,però, non c'entrano nulla con la biologia. L'uomo è anche un animale, ma non solo.
Il razzismo, ormai considerato come un'epidemia, è la paura del diverso esattamente come l'antirazzismo (razzismo puro) che esotizza il diverso che sia o no 'straniero'...
Quel che è certo è che la xenofobia sottesa a comportamenti e reazioni che vengono spesso chiamate razziste o antirazziste, non è paura del diverso, ma dello 'straniero'... dell'ospite' in casa quando la casa viene continuamente destabilizzata nel suo senso di sicurezza che dovrebbe dare in un mondo globalizzato e senza più confini.
Sì, siamo tutti figli di dio e/o della natura... non tutto ciò che è naturale e umano è per forza buono in sè...
mercoledì 27 settembre 2017
SALVIAMO I MANISCALCHI
LA FAVOLA DELLA SINISTRA CHE NON C'È
di Chiara Boriosi
C'erano una volta i maniscalchi che ferravano i cavalli. Essendo questi l'unico mezzo di trasporto, i maniscalchi erano tanti e avevano molto lavoro.
Poi venne il treno, e più tardi anche le automobili.
I maniscalchi persero il lavoro, ma nacquero molti nuovi lavori legati alla mobilità ed ai moderni mezzi di trasporto.
Chi si schierò a difesa dei maniscalchi, e contro il progresso che avanzava distruggendo lavori tradizionali, era già fuori dal suo tempo e non aveva soluzioni concrete da offrire.
Proprio come quelli che oggi attaccano Amazon e l'automazione, sostenendo di difendere posti di lavoro. Nessun elettore ventenne darebbe loro ascolto, perché vedrebbe giustamente in loro solo persone incapaci di comprendere il proprio tempo.
Morale della favola: Corbyn, Sanders, Melenchon, Schulz, Bersani e D'Alema parlano ai maniscalchi che non ci sono più. E infatti perdono, perché sono capaci solo di testimoniare il passato come l'album delle figurine.
Se la sinistra vuole avere collocazione, peso e capacità di attrazione nel terzo millennio, cominci a parlare al presente e a disegnare una idea convincente di futuro.
E invece che dei ferri dei cavalli, provi a parlare ai giovani di progettare città, mezzi, professioni in sintonia con il loro tempo.
Hai visto mai che si sentano compresi?!
TARDO-MORALISMO
di Severina Alberti
Il mondo tardomoderno, diversamente da quanto si crede e si scrive, è pesantemente condizionato dalla morale. In parte ne è persino ossessionato.
In quest’ epoca storica caratterizzata dalla fuggevolezza ameboide e plastica di ogni esperienza, le poche morali ancora in uso divengono maschere legnose senza espressione.
Le innumerevoli versioni del bene ed il male, ormai ossificate non vengono spiegate più a nessuno, perché nel frattempo è diventato sdrucito e nebuloso ogni loro referente. Ridotte a mera convenzione, costume, senso comune, da esse trae inizio però ogni tentativo di spiegazione. Per cui, qualsivoglia narrazione, o interpretazione assume inevitabilmente il carattere di un subdolo giudizio morale su qualcosa o qualcuno. E’ questo strisciante e implicito verdetto finisce per sostituirsi interamente all’ oggetto cui è applicato, fino a risultare indistinguibile da esso.
Il giudizio morale degli altri e sugli altri, nell’ epoca dell’ obsolescenza del bene e del male, diviene, paradossalmente, l’ unica dimensione etica di cui l’ uomo contemporaneo è capace.
lunedì 25 settembre 2017
(Discussione su...da Facebook )
Marianne Faithfull song "Who Will take My Dreams Away?"
From the fantastic French movie La Fille Sur Le Pont (In English The Girl On The Bridge) This scene is from the rail…
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