venerdì 24 gennaio 2020


IL SOGNO DI ELVIRA*
 Estratto da "Profumo del ligustro"
Marialuisa Righi

Ho sognato mia madre. Erano anni e anni che non la sognavo più, almeno trenta direi. L'ho sognata che mi portava al mare dentro un cesto, quello che uso per il pane, nel sogno ci stavo tutta ed ero pure comoda. Arrivati sulla spiaggia, mi lasciava libera e come uscivo dal cesto, tornavo a essere la vecchia donna che sono; Lei invece era bella e forte come quando mi portava nella gerla su per il bosco. "Dai vieni" mi prende per mano e accompagna verso quel mare che mare non è: l'acqua "canta" ha una voce lenta, ipnotica e cambia colore in base ai toni, rosa, azzurra, verde, gialla, blu. Ci immergiamo insieme, la sua mano tiene forte la mia mentre un’onda argentata ci travolge e ridiamo, ridiamo tanto da pisciarci addosso…mi sveglio che ancora rido e ho la camicia da notte intrisa di urina. E' il 13 dicembre, ieri sera avevo osservato a lungo i giochi di fuoco nel camino “domani arriverà la neve” pensavo felice. Infatti, nevica. Esco sul cortile di casa a chiamare Tato, il mio vecchio gatto che non è rientrato a dormire, temo sia andato a concludere la sua lunga vita nel bosco di faggi, e lì intendo andare. Una scudisciata sul petto, arrivata improvvisa, il cuore azzannato.
Perdo una ciabatta e mi libero anche dell’altra, c’è la luce giusta per affrontare tutto, anche la vista del corpicino senza vita di Tato; e lui è lì, gli occhi spalancati sullo sfarfallio del mondo. 
Cado su di lui; sto morendo, lo so, senza paura. Non sono sola: una bimba corre verso di me, mi chiama, ha il cesto del pane tra le mani. Non ho mai conosciuto una felicità più grande. 

*  Elivira è esistita realmente, la conobbi che aveva 88 anni, viveva sola con i suoi gatti in una villetta isolata lungo la valfresca a Como. La intervistai per "la Provincia" e diventammo amiche, ci univa l'amore per i gatti e per gli alberi. Parlavamo spesso della morte e lei sperava di morire esattamente come nel racconto che le ho dedicato...se n'è andata a 102 anni dopo il ricovero in un ospizio. Non aveva figli. La penso spesso e continuo a volerle bene. (M.R.)