RICORDI:LA BEFANA DEL SIGNOR ROSSI
Chiara Boriosi
[...] la Befana non è mai stata una donna ma ha sempre avuto il faccione sorridente e rassicurante del Signor Rossi che mi regalava il carbon dolce.[...]
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Negli anni della mia infanzia, ho abitato in una casa che al piano terra ospitava una drogheria di quelle che usavano allora, un negozio ricco di profumi, specialmente quello del caffè che veniva macinato al momento, di grandi vasi di vetro che contenevano ogni sorta di dolci, di gelatine di frutta, di caramelle e di cioccolatini, insomma una sorta di piccolo paradiso per golosi che era tenuto perfettamente in ordine dal suo proprietario, il Signor Rossi. Un omone con la voce profonda e una gran testa di capelli mossi sopra uno spolverino sempre bianco candido che officiava con infinito amore il rito delle cose buone da offrire a tutti, specialmente ai bambini. Perché lui è la moglie non ne avevano avuti e avevano in qualche modo adottato quelli del quartiere riuscendo ogni giorno a farli felici.
Ora, io ero a dire il vero un po' atipica, perché a me da bambina i dolci non piacevano, soprattutto quelli che allora si usava dare ai bambini: le tremende, appiccicose, dolciastre caramelle Rossana, oppure quelle gelatine colorate che sapevano invariabilmente di sapone o l'artificioso cioccolato bianco che stuccava al primo morso per la sua esagerata dolcezza.
A me piaceva il carbone, quello nero, e solo quello. Per cui, quando si avvicinava la Befana, mia madre ordinava per mio fratello una calza piena di dolci e per me una piena solo e soltanto di carbone nero.
Il Signor Rossi non se ne capacitava, continuava a dire a mia madre: "Ma perché solo carbone, la bambina è tanto buona, educata, brava a scuola", sentendosi in dovere di perorare la mia causa e soprattutto il mio diritto a non essere privata di tante dolcezze che a lui sembravano irrinunciabili.
Così, per non passare per la cattiva matrigna di Cenerentola che certo non era, mia madre mi portò in drogheria invitandomi a spiegare io stessa le mie ragioni. Cosa che feci con un sorriso momentaneamente sdentato, dichiarando ad uno stupefatto Signor Rossi che a me i dolci non piacevano ma che la mia unica passione era proprio il carbone nero.
Superato il primo momento di comprensibile sgomento, quel brav'uomo si adeguò subito alla mia richiesta, accettando di buon grado la stranezza dei miei gusti.
E a dimostrazione che aveva capito, da allora in poi, finché ebbe il negozio, ogni volta che andavamo a comprare il caffè o qualunque altra cosa da lui, consegnava il tutto a mia madre e a me metteva in mano un sacchettino bianco con un pezzetto di carbone in regalo.
Ed è per questo che per me, da allora e per sempre, la Befana non è mai stata una donna ma ha sempre avuto il faccione sorridente e rassicurante del Signor Rossi che mi regalava il carbon dolce.