L'AMICO CHE TI RACCONTA.
Michele Volpe
Lui: Caro amico forse è successo a tanti, non so, ma ti voglio raccontare una storia. L'altro: Va bene, ti ascolto siamo io e te. Le storie mi piacciono. Lo sai.
Lui: Quando avevo vent'anni, era una vacanza in campeggio con la tenda, la cosa che più aspettavo, che più desideravo, al punto da mettere la crocetta sul calendario per i giorni a mancare. Si partì , liberi, padroni del mondo. Due coppie, io, l'amico, la morosa dell'amico e l'amica della morosa dell'amico. Tu lo sai che io ero fuori di testa per la morosa del mio amico. Vero ???
L'altro: No, non l'ho mai saputo.
Lui; Dai, non fare lo stronzo, dicevano tutti che si vedeva lontano un miglio.
L'altro: Vabbè. Io non lo sapevo.
Lui: Si arrivò al sud, si prese posto, si montarono le tende e tutto scorreva. Eravamo felici e spensierati...o quasi.
Così ci sentivamo fino
al momento di ritirarci rispettivamente nelle nostre tende, appiccicate come due bifamiliari. Non potei dormire. La mia compagna
di materassino, da profonda studiosa qual'era, cominciò ad impartirmi una lezione su Cartagine e i Cartaginesi
L'altro: Dai, dimmi che personaggio era.
Lui: Lasciamo perdere, ti prego. Dal giaciglio opposto, era difficile non intercettare rumori che penetravano come un uragano nei miei pensieri.
L'altro: Alla faccia. Non deve essere stato facile per te.
Lui: Certamente no.
Avevo bisogno di prender aria, di fare due passi
Quindi con una scusa mi allontanai. I due passi diventarono tre, quattro, fino a ritrovarmi fuori dal campeggio, seduto in un bar a ordinare whisky Ballantine (faceva figo). Poi ne ordinai un altro e un altro ancora. Rientrai barcollante al campeggio, cantando a squarciagola una canzone di Ron, con mezzo mondo che me ne diceva di tutti i colori.
L'altro: Sempre saputo che eri pazzo. Vai. Continua, che mi interessa.
Lui: Arrivai alle nostre tende . Inciampai e ne buttai giù una
seppellendo letteralmente l'amica che nel frattempo si era appisolata
L'altro: Accidenti, che pazzia. Sei un grande...continua.
Lui: Si svegliò mezzo campeggio, compreso il mio amico e la morosa, che increduli mi chiedsero cosa fosse successo. Ma io, ormai " lesso ", continuavo a cantare la canzone di Ron. Il mio amico, presomi sottobraccio, mi chiese: "mi vuoi dire che ti è successo ?" . Non ricordo cosa gli risposi, forse non risposi affatto e magari gli feci un sorrisetto, sai, quei sorrisetti ebeti che solo lo stato di ebrezza ti consente di fare.