domenica 12 gennaio 2020


LA RISPOSTA DI SALLY
Estratto da "Il profumo del ligustro"
Marialuisa Righi
La mattina del 12 novembre pioveva.
Una pioggerellina fitta schiaffeggiava le poche foglie rimaste attaccate ai rami di frassino e scivolava lacrimando sui vetri della casa. Avevo preparato la moka del caffè; dal recinto di fronte all’orto giungevano i guaiti di Sally, intervallati dai mugolii dei due “rimasti”.
Quella mattina i suoi lamenti avevano una lunghezza diversa, iniziavano bassi, composti, per poi evolvere in un ululato selvaggio. 
Sputai nel lavandino un fiotto dolciastro che mi aveva improvvisamente riempito la bocca e mi versai una tazza di caffè. L'ematoma sotto l'occhio destro si era allargato fino allo zigomo assumendo un colore giallognolo, era in via di guarigione. Lui entrò in cucina con quel passo pesante che schiacciava ogni possibilità di dialogo, affettò del salame e trangugiò direttamente dalla bottiglia sorsate di vino rosso, massaggiandosi lo stomaco in quello che era un rituale primitivo, poi ruttò: il suo saluto a me e al mondo intero.
I guaiti aumentarono nel momento in cui uscì con il fucile a tracolla, giornata di caccia, ma nei suoi piani c’era anche l’eliminazione dei due cuccioli, rimasti per “sfiatarle le mammelle”; così diceva, mentre sotterrava gli altri quattro appena nati. Era la regola quella di lasciarne solo due della cucciolata, farli campare qualche mese e poi “un bel salto senza ritorno”.
Fischiettando li ficcò nello zaino e, sempre fischiettando, infilò un calcio alla cagna i cui latrati rotolavano a valle, spegnendosi tra le rive del torrente. Direzione pizzo del falco, un'oretta di salita, il salto ai bastardelli e poi il sentiero fino a Zelbio, qualche dannato volatile cui sparare lo trovava sicuro, pranzo in osteria, bel pompino della Vilma, e poi ritorno a casa.
Sally dietro di lui, gli occhi finiti in un pozzo.
Riempii la vasca da bagno, ingoiai il solito ansiolitico bevendoci dietro un dito di sambuca, e m’immersi nell’acqua calda. 
" Yesterday all my troubles seemed so far away.�Now it looks as though they're here to stay.�Oh, I believe in yesterday".��Canticchiavo, cercando di riacciuffare al volo frammenti di vita dal lungo respiro, un aereo verso Londra, io seduta a guardare le nuvole. A  volte funzionava.
A volte.  
Il dirupo si trovava a nord del bosco di querce, un salto di una decina di metri verso il lago, che s’intravedeva come una bocca spalancata, sdentata e buia.  
Non era un vero e proprio baratro, c’erano spuntoni di roccia cui aggrapparsi e terrazzi di rovi a due metri dalla riva, ma la possibilità di salvarsi per gli animali era ridotta a zero, le ferite, la fame e la paura li uccideva dopo un’agonia straziante.
Lui appoggiò il fucile a terra, si affacciò a sputare nel vuoto, prese lo zaino da cui arrivava un sommesso mugolio discontinuo. 
Ma non fece in tempo ad aprirlo perché fitte lancinanti alla pancia lo costrinsero a slacciarsi i pantaloni e accovacciarsi. 
“Quella troia e i suoi minestroni di verdure ” pensò lasciando cadere lo sguardo sulla cagna che si era accucciata davanti a lui e lo fissava, ”che cazzo hai da guardarmi? Lascia che mi passi l’effetto delle bietole e poi vedi: prima faccio volare i tuoi bastardini e poi ti prendo a calci fino a Zelbio…non mi sei mai piaciuta te, cane da caccia un cazzo! Quel brutto muso da lupa; cane da ferma, seeeee, ferma e scema"... 
Una violenta scarica diarroica lo costrinse ad alzare leggermente il corpo, chiuse gli occhi alla pioggia e non si accorse di Sally che si era alzata, lo aveva puntato come faceva con le prede, i denti scoperti e una furia dolorosa negli occhi. 
Il tempo di alzarsi, scivolare sulla sua merda e volare nel vuoto. 
Ecco la risposta. 
Era da poco passato mezzogiorno quando avvertii un timido ma insistente raschiare alla porta. 
Corsi ad aprire: Sally mi guardò mugolando, dietro di lei i cuccioli fradici di pioggia, lui non arrivava. Dopo qualche ora mi decisi a infilare gli stivali per andare a cercarlo, avevo asciugato i piccoli e riempito le ciotole.
Continuava a piovere e decisi di lasciare i cani sdraiati vicino al camino.
Non vidi il suo corpo agonizzante sulla riva, ma non mi fu difficile immaginare cosa era successo dopo avere trovato il fucile e lo zaino dilaniato da morsi, presi lo zaino e lo gettai nel vuoto, poi tornai a casa.
Verso sera avrei avvisato i carabinieri della sua scomparsa.
Sally mi aspettava, lo sguardo di cioccolata calda. Affondai le dita sul suo pelo ispido, sospirammo insieme. E insieme tornammo a vivere.