martedì 14 gennaio 2020


LANSDALE TI AMO


L’irragionevole ma serissimo amore per Joe R. Lansdale

Marco Archetti

Il foglio.it

16 SETTEMBRE, 2018


Ragioni– non tutte sufficienti, non tutte eleganti, non tutte profonde – per cui amiamo irragionevolmente Joe R. Lansdale, le sue implausibili storie e il salutare regresso all’infanzia che la loro lettura ci garantisce da anni. 

Ragione uno: l’intimismo. C’è sempre un cacumine spirituale nei suoi romanzi, una cuspide romantica, un vertice emotivo che viene raggiunto grazie al crepuscolarismo di affermazioni come (cit.) “proprio così, baby. Stai con me e scorreggerai nella seta”.

Ragione due: la velata allusività. Perché il macabro e il grottesco lansdaliano amoreggiano senza sosta e generano mostri di sinistro e presago umorismo quali (cit.) “conoscevo Leonard, e sapevo che non aveva archiviato il fatto che gli avevano dato del negro. Negli ultimi tempi sembrava un po’ più calmo del solito. In quel periodo sembrava più propenso ad azzoppare che a uccidere. Ma poteva essere una fase passeggera”.

Ragione tre: la sintesi. Perché nell’occhio del ciclone narrativo e della sua tempestosa verve gergale, nel bel mezzo di certi gagliardi botta e risposta di surreale grossolanità sempre propedeutica a una rimbombante scazzottata da fumetto, Lansdale se ne esce con autorevoli definizioni tipo (cit.) “segregazionista è solo un altro modo per dire razzista. L’unica differenza è che la parola più lunga delle due indossa un cappello e una cravatta”, oppure con condensate e inattese enunciazioni di ordine teologico quali (cit.) “io sono una metodista, cioè una battista che balla”.

Ragione quattro: la mise en scène. Perché i sordidi locali in cui Joe ambienta certe scene di pranzi vengono descritti con raccapricciante minuzia sinestetica e guarniti da immancabili balenii Tripadvisor del genere (cit.) “se volevi mangiare sano, era difficile pensare a un posto più di merda del Coffee Spoon. Persino l’insalata era fritta”. 

Ragione cinque: il mondo sub specie lansdaliana. Che significa i buoni da una parte, i cattivi dall’altra, e Hap & Leonard in mezzo, a menare e a dirimere. Poche le sfumature e pochi i capricci di trama, giacché di quasi tutti i romanzi di Lansdale (compresi quelli con protagonisti i due investigatori, sembrerà paradossale) non si può certo dire che siano pieni di suspense o che che tengano il lettore col fiato sospeso grazie all’intreccio. Anzi, una volta per tutte: i romanzi di Joe non tengono mai col fiato davvero sospeso. I romanzi di Joe hanno pagine antigravitazionali, così lievi che si girano da sole. E sono affascinanti nell’ambientazione, crepitanti nei dialoghi, surreali nelle soluzioni non meno che nella stilizzazione dei personaggi, ma il fiato, più che sospenderlo, te lo increspano: frequenti risatine, fulminei sogghigni e sornioni borbottii di divertita approvazione. Il che – tanto per essere chiari – a noi lansdaliani piace moltissimo.