IL LEGAL THRILLER
Rossella Lazzari | 17 Febbraio 2020 |
I banchi sono ancora sgombri, le toghe sono ripiegate, l’aula non si è ancora popolata… è questo il momento migliore per entrare di soppiatto in tribunale e scrutare con occhio attento tutte le fasi di un processo. È un’occasione irripetibile: oggi scopriremo cos’è, come nasce e di cosa tratta il Legal thriller! E tra i tanti imputati, chi sarà dichiarato colpevole dell’accusa di miglior Legal thriller di sempre? Tutti in piedi, entra il giudice: al Thriller Café comincia il processo!
Cos’è il Legal Thriller?
Alla voce Legal Thriller, il vocabolario Treccani riporta la definizione – scarna, ma eloquente – “Film o narrazione romanzesca che si incentra su un’indagine svolta da un avvocato e si risolve in un dibattimento in tribunale“.
Perciò, che lo si chiami Thriller legale, Giallo giudiziario, Thriller giudiziario o che si utilizzi la ben più nota locuzione inglese Legal thriller, il concetto non cambia: parliamo, qui, di un sottogenere del thriller “specializzato” nell’analisi di fatti criminosi dal punto di vista dei processi, tribunali, verdetti e dei personaggi che interagiscono quotidianamente con quest’ambito così peculiare.
Al centro di ogni Legal thriller ci sono, dunque, avvocati, magistrati, pubblici ministeri, che molto spesso fungono da narratori delle vicende criminose, nonché da veri e propri ciceroni nei tortuosi meandri del processo. Grande spazio viene dato, quindi, a codici, procedure giudiziarie, strategie ed indagini, siano esse condotte dall’avvocato difensore o richieste dalla Pubblica accusa. Di solito l’imputato riveste, qui, un ruolo se non proprio marginale, quantomeno secondario nello sviluppo della storia, sebbene ci siano eccezioni di non poco valore nelle quali è lo stesso accusato a raccontare in prima persona la vicenda giudiziaria, con dovizia di particolari e grande struggimento per il proprio destino avverso, nonché per il trascinarsi del processo e per le dinamiche spesso balzane e difficili da comprendere. Non pistole, inseguimenti e piedipiatti, dunque, ma banchi, toghe e togati.
Origini ed evoluzioni del Thriller giudiziario
Vi è chi farebbe risalire le origini del Legal thriller a tempi recenti, ossia al 1987, anno di pubblicazione del romanzo Presunto innocente di Scott Turow. Sebbene questo thriller sia senz’altro da includere nei capisaldi del genere, far nascere il Legal thriller da questa data lascerebbe fuori altri esempi imperdibili da chi voglia approfondirne la conoscenza: che dire, giusto per citare nomi illustri, dell’avvocato Perry Mason creato da Stanley Gardner negli anni Trenta?
C’è poi chi – come il giornalista e scrittore Massimo Siviero – farebbe risalire le origini del Legal thriller al V secolo A.C. ed all’oratore, logografo e maestro di retorica Antifonte di Ramnunte, del quale sono giunte fino a noi – oltre ad alcuni frammenti – tre orazioni ed alcune tetralogie, tutte di contenuto giudiziario. Le orazioni a noi pervenute (due delle quali trattano sicuramente casi reali) consistono in un discorso d’accusa e due di difesa, a carattere sia familiare, che politico, che sociale; le tetralogie, importanti invece perché ci forniscono informazioni di prima mano sulle norme, gli usi e le credenze relativamente all’omicidio, sono esercizi di oratoria riguardanti casi fittizi di omicidio e si compongono ciascuna di quattro parti: un discorso d’accusa, un discorso di difesa, una replica dell’accusatore ed una controreplica dell’accusato (fonte Wikipedia). Non è difficile ritrovare, in questo basico schema espositivo, il nucleo fondamentale di ogni processo, basato appunto sugli atti di accusa e difesa e sull’equilibrio labilissimo tra le due parti.
Da Antifonte ai giorni nostri, però, ce n’è di strada da fare! Ed uscendo per un attimo da ciò che nasce specificamente come thriller, ci sono romanzi memorabili in cui la giustizia gioca un ruolo importante, se non fondamentale: basti pensare, per esempio, a Delitto e castigo di Dostoewskij (1866), il fedele rendiconto psicologico di un omicidio, quello di una vecchia da parte del giovane studente Raskolnikov, e delle sue conseguenze. In quel romanzo Dostoewskij ci induce a riflettere su cosa possa intendersi come delitto e sulla percezione che ne ha chi lo ha commesso: Raskolnikov, per tutta la durata del romanzo, non riesce a considerarsi colpevole, giacché ha liberato la società da un peso e considera che, paradossalmente, questa lo punisce, mentre se avesse ucciso con le bombe l’avrebbe innalzato agli onori della gloria.
Altro romanzo importante nel percorso verso l’odierno Legal thriller è sicuramente Il processo di Franz Kafka, del 1925. Il processo” racconta la storia di Joseph K, un uomo processato per motivi ignoti da un sistema giudiziario onnipresente, che funziona secondo regole proprie interne ed inesorabili che passano per la corruzione, i sotterfugi, le amicizie influenti. Tutto nel sistema giudiziario è oscuro, grigio, quasi incomprensibile alla mente lucida e razionale di K, che tuttavia non si arrende e cerca in ogni modo di perorare la sua causa, anche chiedendo aiuto ai personaggi più strampalati ed equivoci che abbiano contatti con il tribunale. Tema del romanzo è quindi l’incomprensibilità della giustizia e dei suoi meccanismi, nonché l’ineluttabilità di un destino determinato da un verdetto non richiesto e non compreso. Delirante, ma illuminante.
E come dimenticare poi la meravigliosa arringa di Atticus Finch ne Il buio oltre la siepe di Harper Lee (1960), libro memorabile in cui si affrontano i temi dell’ingiustizia, del pregiudizio, ma anche della spettacolarità del processo.
Ecco, tre romanzi (ma ce ne sarebbero molti altri), che pur non essendo segnatamente thriller ci mostrano chiaramente le ragioni per cui il Legal thriller è così amato.
Mission e tematiche
E quali sono, dunque, queste ragioni? Fondamentalmente tutto nasce da una necessità, quella di ricerca della verità, che è insita in ognuno di noi: sia che abbiamo subito un torto e che pretendiamo riparazione, sia che veniamo accusati e pretendiamo di poterci difendere; sia che non sopportiamo le ingiustizie e vogliamo che ciascuno riceva il trattamento che merita, esiste un diritto alla giustizia che è parte di noi, ci viene da dentro. Molto spesso vorremmo essere noi i giustizieri (come accade al padre che vorrebbe giustizia per lo stupro di sua figlia ne Il momento di uccidere di Grisham), ma viviamo in una società evoluta e (pseudo) civilizzata che ci impone di sottostare a… alla legge. E qui interviene una domanda: che cos’è, in sostanza, la legge? Un insieme di norme e principi che regolano il vivere comune, direbbero semplicisticamente gli addetti ai lavori… Sì, ma la legge viene vista da chi ne subisce le conseguenze come un’entità astratta, insondabile, insidiosa. E questa visione distorta si riflette giocoforza su chi quella legge la conosce, la manipola, la applica: da qui l’imputato che vive con tesa rassegnazione, turbamento, estraniamento il lavoro degli avvocati, il compito del giudice e/o – laddove è presente – di una giuria; il PM, la pubblica accusa, deve istruire il processo e dimostrare perché ritiene che l’accusato sia colpevole (in alcuni casi deve prima individuarlo, l’imputato, per mezzo delle indagini); l’avvocato difensore, dal canto suo, deve difendere un cliente che in molti casi è colpevole, il che dà il via a conflitti di coscienza, sfide, trucchi e tutta la gamma di reazioni su cui la psicologia può renderci edotti. Ed è inevitabile che vi sia un risvolto privato in tutto questo: la vogliamo vedere tutti la faccia privata del brillante avvocato con scheletri nell’armadio, la vita casalinga o sentimentale del PM o del giudice; il passato dell’imputato… tutti risvolti che solleticano una curiosità che, all’addentrarsi nella vicenda, diventa sempre più morbosa, pressante. Vorremmo sapere tutto di tutti, vorremmo, noi lettori, essere lì mentre i giurati decidono, mentre il giudice scrive la sentenza; vorremmo dire a quell’avvocato:”Ehi, quello è un delinquente fatto e finito, non difenderlo!“; avremmo voluto essere lì, in un angolo, mentre il crimine di cui era accusato l’imputato si verificava, per capire, per sapere. Ed eccola, la spettacolarizzazione del processo… nasce tutto da un senso comune di giustizia, dal desiderio di poter essere noi a riportare le cose nel loro giusto ordine. Il tutto, poi, va ovviamente unito ad un pizzico di quella curiosità morbosa che spinge a spiare dal cosiddetto buco della serratura, che ci vede sempre in prima linea quando si tratta di pontificare/spettegolare sulle vite altrui… è inutile che scuotete la testa e alzate le spalle: è dannatamente così, per tutti.
E poi beh, non ci sarebbe nemmeno bisogno di sottolinearlo, ma per sua natura, il Legal thriller è probabilmente il più adatto – tra i vari generi e sottogeneri – a trattare tematiche sociali: di cosa si occupa la giustizia, se non di un comportamento considerato sbagliato/pericoloso dalla società e, pertanto, punito dalla stessa? Sì, è vero, tutta la letteratura gialla/thriller/noir affronta in qualche modo temi afferenti all’agire umano, ma questo è, per eccellenza, il luogo in cui si decide se, come e perché tali condotte dovranno essere punite! La dimensione socio-culturale, psicologica, umana è quindi fondamentale in questo tipo di thriller.
Ambientazione e differenze geografiche
Da quanto detto finora, si può facilmente desumere che l’ambientazione di un legal thriller non è univoca: non c’è solo l’aula del tribunale in cui tutto si decide; certo, quella c’è, è imprescindibile, ma c’è anche lo studio dell’avvocato, molto spesso il carcere, ci sono abitazioni private che chiaramente cambiano a seconda del ruolo del protagonista nel processo. Anche i personaggi, d’altronde, sono vari: famiglia, colleghi, consiglieri, collaboratori fidati, pochi poliziotti, ma non per questo i legal thriller difettano di tensione: provate a leggere la scena di un dibattimento e poi vediamo se non vi sarà salita l’adrenalina e l’angoscia, se non sarete attanagliati dall’indecisione, dalla confusione.
Altro aspetto da considerare è la geografia del Legal thriller: un omicidio può essere commesso in mille modi, ma una volta scelta la modalità, il “risultato” è uguale sia in Italia che in America che in Svezia. Non è così per gli esiti di un processo, né per le sue fasi: ogni Paese ha un proprio ordinamento giuridico, ciò che è reato in un luogo può non esserlo in un altro, diversa sarà la pena da applicare, ma soprattutto diversa da luogo a luogo è la procedura da seguire. Il processo, ovunque si svolga, è un rito: ha formule, momenti, attori diversi. Un esempio? Le giurie popolari tanto amate negli Stati Uniti da noi esistono solo in Corte d’Assise e d’Assise d’appello, non sono mai completamente autonome ed indipendenti poiché la composizione è mista (giudici togati e laici); inoltre i processi che vi si svolgono riguardano reati specifici e molto gravi (strage, omicidio volontario, riduzione in schiavitù), non sono certo la maggior parte. È chiaro che uno scrittore italiano che voglia scrivere un Legal thriller ambientato in America avrà serie difficoltà a farlo risultare credibile e non pura invenzione (e viceversa ovviamente). In generale, potremmo sostenere senza tema di essere smentiti che la presenza di una giuria popolare nel processo statunitense aumenta la spettacolarità del rito (scelta dei giurati, studio delle loro reazioni, incertezza del verdetto). Nei nostri legal thriller questa mancanza viene compensata da una maggiore attenzione all’indagine (sia da parte della Procura, sia difensiva), nonché al conflitto di coscienza, specie nel caso di protagonista avvocato (vedi l’avvocato Guerrieri di Carofiglio).
Altra considerazione: parlavamo prima della legge vista come entità astratta ed incomprensibile. Bene, mentre nel nostro Paese vige un sistema di Civil Law basato su codici, leggi, atti normativi emanati da organi politici (Stato, Regioni), nei Paesi di Common Law il sistema si basa principalmente sui precedenti giurisprudenziali, perciò le sentenze dei giudici acquisiscono molta più importanza rispetto a quanto avviene da noi, pertanto seguirne gli sviluppi e comprenderne le motivazioni è, in qualche modo, un tentativo di capirla meglio, questa legge. Ecco qui il motivo per cui il Legal thriller è nato ed ha attecchito con grande facilità nei Paesi anglosassoni (soprattutto negli U.S.A.), in cui vige un sistema giuridico di questo tipo.
I migliori romanzi Legal thriller
Abbiamo, fin qui, provato a spiegare cosa sia, quando e da dove nasca il Legal Thriller. Ora è il momento di provare a stilare un elenco dei Legal thriller imprescindibili, quelli che chi voglia approfondire questo particolare sottogenere del thriller non può non conoscere. È chiaramente una lista parziale, giacché sarebbero tantissimi i titoli da inserire, anche più di uno per ogni autore, ma cercheremo di includere il maggior numero di titoli e autori possibile. Vi invitiamo, come sempre, ad integrare la lista nei commenti, in modo da consigliare anche ad altri letture che avete trovato gradevoli ed esemplificative del genere in analisi. Fatte le dovute precisazioni, non ci resta che procedere in quest’arduo compito… indicheremo i titoli rigorosamente in ordine di uscita.
1933 – Perry Mason e le zampe di velluto – Erle Stanley Gardner
Pubblicato per la prima volta nel 1933 e giunto in Italia nel 1937 per Mondadori, questo libro è il primo degli ottantadue che compongono la serie dedicata all’avvocato Perry Mason, noto ai più soprattutto per la trasposizione televisiva.
Una donna contatta l’avvocato Mason chiedendogli di mettere a tacere il Cityzen, un giornale che infanga il marito. In seguito la donna richiama Mason affermando che, durante la notte, il marito ha discusso con un uomo che poi gli ha sparato. La voce dell’uomo misterioso, a detta della donna, sembrava proprio quella di Mason.
Da questo libro è stato tratto il film L’uomo ucciso due volte di William Clemens.
1959 – Anatomia di un omicidio – Robert Traver
È punibile l’imputato che abbia commesso un delitto perché sottoposto ad un impulso irresistibile? Quanto contano le condizioni mentali di un individuo ai fini di una condanna? Sembra quasi un caso di studio – di quelli interessanti – il problema affrontato da Robert Traver in Anatomia di un omicidio: una donna afferma di essere stata violentata dal gestore di un bar al quale aveva chiesto un passaggio; il marito, un Tenente decorato nella guerra di Corea, appreso l’accaduto, si reca in quel bar e spara al presunto violentatore, salvo poi farsi arrestare. L’avvocato Paul Biegler, deluso ed annoiato per aver perso la funzione di pubblica accusa, interrompe la lunga serie di giornate dedicate alla pesca per assumere la difesa dell’uomo. L’unica chance che ha è fare leva sulle condizioni mentali dell’imputato. Questo giallo fu, all’epoca, un bestseller e un anno dopo la sua pubblicazione ne fu tratto un film diretto da Otto Preminger.
1960 – Il buio oltre la siepe – Harper Lee
L’abbiamo già scritto, questo è un romanzo, non un thriller in senso stretto, ma è un parente vicino del Legal thriller per tematiche e sviluppo della narrazione. In una cittadina del profondo Sud degli Stati Uniti, negli anni Sessanta, un “negro” è accusato della violenza carnale di una ragazza bianca. La difesa è assunta dal retto e rispettato avvocato Atticus Finch che riesce a far assolvere l’uomo. La società, però, dapprima completamente schierata contro l’accusato, finisce per rivoltarsi anche contro l’avvocato, uno dei membri più illustri e fino ad allora ben voluti. Il tutto ci viene raccontato da Scout, l’intelligente ed irriverente figlia di Atticus che, con i suoi occhi da bambina curiosa ed incredula, mette a nudo tutti i paradossi e le ingiustizie di una società chiusa ed arroccata sui propri pregiudizi. Anche da questo romanzo è stato tratto un celebre film.
1966 – A sangue freddo – Truman Capote
Non propriamente legal thriller, ma di certo romanzo d’inchiesta, reportage, romanzo-verità è A sangue freddo di Truman Capote: un fatto di cronaca nera, l’assassinio di un’intera famiglia avvenuto nel Kansas nel 1959 ad opera di due persone, raccontato in ogni minimo dettaglio, con particolare attenzione al profilo degli assassini.
Truman Capote analizzò in questo libro tutti gli aspetti di questo caso che lo colpì profondamente, ma ciò che si rivela centrale in quest’opera è la dimensione umana del crimine: sia le vittime che i carnefici hanno un passato, un vissuto che li ha condotti ad essere come sono; abbandono, solitudine, colpa sono gli elementi centrali di questo romanzo che appassiona ancora oggi.
1987 – Presunto innocente – Scott Turow
Opera prima di Scott Turow, Presunto innocente è il romanzo che, per molti, ha creato il genere legal thriller. Questa la trama (dalla nostra recensione a cura di Alessio Massaccesi): “Mancano pochi giorni alle elezioni quando Carolyn Polhemus, avvenente avvocatessa, viene uccisa in casa propria: è un delitto efferato, contraddittorio; soprattutto, potrebbe far pendere l’ago della bilancia politica nel testa a testa tra Raymond Horgan, procuratore uscente, e Nico della Guardia, lo sfidante, verso quest’ultimo. Ciò, a meno che Rusty Sabich non trovi l’assassino prima dell’apertura delle urne. Le poche prove sulla scena, però, appaiono paradossali: forse c’è stata violenza, prima dell’omicidio; forse un rapporto consensuale. Ma chi è, realmente, Carolyn Polhemus? Una burocrate corrotta, senza scrupoli, oppure la fragile e sensuale giovane donna capace, mesi prima, d’incrinare tutte le certezze di Sabich? Per scoprirlo, e risolvere il caso, Rusty crede d’esser pronto a tutto, ma la realtà, e la verità, sono concetti effimeri, nella Kindle County: qui infatti accusatori e accusati si confondono come gli amici e i nemici”.
1988 – Parola d’onore – Nelson DeMille
Benjamin Tyson è un veterano della guerra in Vietnam, è intelligente, cinico, rispettato, ha fatto una buona vita dopo aver servito l’Esercito statunitense. Un bel giorno, però, un giornalista d’inchiesta scopre un massacro avvenuto in Vietnam nel 1968, un massacro che sembra proprio essere stato commesso dal plotone guidato da Tyson. A partire da questa scoperta, una serie di eventi sconvolgeranno la tranquilla vita dell’ex luogotenente americano. L’esercito vorrebbe che il veterano fosse condannato, ma l’opinione pubblica è divisa sull’effettiva colpevolezza di Tyson. Può un comandante essere dichiarato colpevole per un’operazione che ha diretto, per un ordine che ha impartito ai suoi soldati, sul campo di battaglia? Il romanzo presenta, tra i suoi pregi, anche svariati flashback della guerra in Vietnam, accurati ed emotivamente intensi, che rivelano anche una ricerca storica a monte.
1991 – Il socio – John Grisham
Presunto innocente sarà pure il primo giallo giudiziario riconosciuto da tutti, ma lo scettro di re del Legal thriller spetta senz’ombra di dubbio a John Grisham. Il suo primo romanzo fu Il momento di uccidere, ma la popolarità arrivò un paio d’anni dopo con il bestseller Il socio, diventato anche un film di Sidney Pollack con Tom Cruise nei panni del protagonista.
Appena laureato, Mitchell McDeere entra a far parte di un grande e famoso studio legale. Nonostante l’entusiasmo iniziale, Mitchell non può non accorgersi che esistono due facce dello stesso studio: quella pubblica integerrima e perfetta, quella privata oscura e nebulosa. Ben presto il giovane avvocato dovrà fare una scelta importante: da che parte stare?
Dalla pubblicazione del suo primo romanzo, Grisham non ha mai smesso di scrivere legal thriller, tanto che potremmo compilare questa lista solo con i suoi titoli. Oltre ai due che abbiamo già citato, ricordiamo però anche romanzi come Il rapporto Pelican, Il cliente, L’uomo della pioggia, La giuria, La grande truffa, L’ombra del sicomoro e perché no, anche l’ultimo, L’avvocato degli innocenti.
1994 – Primal fear – William Diehl
Siamo a Chicago. Martin Vail, il brillante avvocato “cattivo ragazzo” terrore di ogni giuria, sta difendendo Aaron Stampler, un uomo trovato in possesso di un coltello insanguinato vicino al corpo di un Arcivescovo barbaramente ucciso. È difficile smontare una prova del genere, ma coi suoi modi poco ortodossi, Martin Vail ha tutta l’intenzione di scoprire la verità su quell’omicidio: le cose stanno in modo diverso da come si potrebbe credere, Martin lo sa e, con l’aiuto della sua squadra, lo dimostrerà.
1996 – Prova schiacchiante – Steve Martini
Basta aver bazzicato per qualche giorno in un tribunale penale, anche da noi, per vedere una moltitudine di avvocati che, giovani ed ancora non ben avviati, cercano di accaparrarsi cause, clienti che abbiano bisogno dei loro servizi e che – magari – possano pagare. È il triste destino che investe Paul Madriani, giovane promessa dell’importante studio legale Potter & Scarpellos, quando si lascia irretire dalla moglie del capo. Licenziato in tronco, Paul vaga per i tribunali cercando di raccattare cause, finché l’agognato buon cliente arriva… peccato che si tratti proprio di Talia, la donna che aveva causato la sua cacciata infausta. E non basta! La donna è accusata dell’omicidio… di Ben, suo marito, nonché ex capo ed estimatore di Paul.
1999 – Il momento della verità – Lisa Scottoline
Jack Newlin, importante avvocato di Philadelphia, confessa di aver ucciso la moglie. Tuttavia la sua ricostruzione non convince nessuno: né la polizia, né l’avvocatessa cui è affidata la difesa. Cos’è successo veramente? Perché un innocente dovrebbe dichiararsi colpevole di un tale crimine?
2001 – Il primo consigliere – Brad Meltzer
Il giovane avvocato Michael Garrick sta facendo pratica tra i consiglieri della Casa Bianca, ha una carriera in ascesa e molto ancora da fare a Washington. Peccato che debba innamorarsi proprio della figlia del Presidente degli Stati Uniti… Nora Hartson, d’altra parte, è bella, giovane come lui, e il potere, si sa, è un afrodisiaco fenomenale… per Michael, però, potrebbe essere letale. Il giovane si ritrova, infatti, invischiato in qualcosa di molto più grande di lui, qualcosa che potrebbe costargli caro. La stessa Nora lo difenderà, cercherà di provare la sua innocenza, ma i muri dello Studio Ovale ne saranno scossi fino alle fondamenta. Il romanzo, pubblicato nel 2001, è arrivato in Italia nel 2011 per Garzanti.
2002 – Testimone inconsapevole – Gianrico Carofiglio
Risale al 2002 il primo caso di Guido Guerrieri, avvocato barese perennemente in crisi che ci conduce nelle aule dei tribunali italiani. In questo primo caso Guerrieri cerca di dimostrare l’innocenza di un ambulante senegalese accusato dell’omicidio di un bambino.
2002 – L’imperatore di Ocean Park – Stephen L. Carter
Intricata, imprevedibile ed enigmatica come una partita di scacchi la trama di questo corposo thriller: un anziano e navigato giudice colpito dall’infamia di essere legato a un personaggio corrotto, è morto lasciando disposizioni oscure e difficili da decifrare. Alla morte del magistrato, l’amico dai loschi traffici si fa vivo col figlio dell’uomo, Talcott Garland, un professore universitario tornato a casa per sbrigare le questioni legate al decesso. Sarà proprio Talcott a doversi occupare di più di un enigma legato al padre: tra i vari misteri da districare, anche l’ossessione per un pirata della strada che uccise l’altra sua figlia e qualcosa che ha a che fare con gli scacchi.
2005 – Avvocato di difesa – Michael Connelly
Avvocato di difesa è il romanzo che dà l’avvio alla serie con protagonista Mickey Haller, l’avvocato penalista che, odiando gli ambienti chiusi, si è creato un ufficio ambulante su una Lincoln con la quale gira per le strade di Los Angeles. In questo primo thriller, dopo tanti clienti sfaccendati, Haller viene finalmente ingaggiato da un ricco immobiliarista accusato dell’aggressione di una ragazza in un pub. Sembra andare tutto liscio, anche il cliente sembra innocente, finché, durante le indagini, si scopre che l’investigatore privato di Haller è stato ucciso.
Da questo libro nel 2011 è stato tratto il film The Lincoln lawyer di Brad Furman con Matthew Connaughey.
2005 – Doppia trappola – David Ellis
È febbraio, fa freddo nel Texas. Alex, baby-spacciatore con alle spalle una situazione familiare difficile, è inseguito dalla polizia. Cammina, poi corre, un agente lo segue, Alex si rifugia in un vicolo, c’è uno sparo e l’agente è a terra, morto. È morto un poliziotto, con due fratelli anche loro poliziotti che pretendono giustizia: Alex è nei guai. Si rivolge a Shelly Trotter, avvocatessa specializzata in problemi minorili che già una volta l’aveva tirato fuori dai guai. Ma la situazione si complica: perché i Federali perdevano tempo con un baby-spacciatore? Sarà in grado, Shelly, di difendere il ragazzo, data la sua poca esperienza in campo penale? E se il caso finisse per riguardare anche lei, chi sceglierebbe di difendere? Paragonato a Turow e consigliato agli amanti di Grisham, Doppia trappola è un legal thriller con molti colpi di scena, ritmo e tensione.
2008 – 19 Minuti – Jodie Picoult
Peter è un ragazzo timido, uno che non si difende mai, che non litiga mai. Peter è anche il ragazzo di diciassette anni che un bel giorno, va a scuola e fa una strage. In 19 minuti. Come spiegare queste due facce della stessa persona? Facile: basta scavare poco per scoprire che Peter ha sopportato il bullismo dei compagni sin dai tempi dell’asilo, ossia per circa quattordici, lunghi, anni, senza mai dire una parola. Peter Houghton aveva anche un’amica, una migliore amica, Josie. Ultimamente anche Josie aveva cambiato atteggiamento, si era – come dire – adeguata al comportamento della massa… solo che ora sarà proprio sua madre a dover giudicare ciò che ha fatto Peter. Conflitto, colpa, incomunicabilità, incomprensione, giudizio, adolescenza, rapporto genitori/figli… di carne al fuoco ce n’è, e anche tanta.
2008 – The legal limit – Martin Clark
Quella che troviamo in The legal limit è una storia familiare difficile, in cui la lealtà e l’appartenenza ad una famiglia vengono sfruttate ed usate come moneta. Due fratelli, stessa infanzia povera e triste, stesse scarse possibilità, intraprendono due strade molto diverse: mentre Mason studia giurisprudenza grazie ad un sussidio, diventa un famoso avvocato, si sposa, ha una figlia e riesce a costruirsi una buona vita, Gates diventa un criminale compulsivo. Quando, dopo anni, Mason torna nella sua città, in Virginia, il fratello cerca di sfruttarne l’influenza legale per uscire di prigione. I ricatti e i segreti finiscono per rovinare la vita di Mason. Anche questo è un risvolto interessante del legal thriller e della sua aderenza alla realtà sociale.
2010 – L’indiziata – Richard North Patterson
Legal thriller statunitense, ma con una vena esotica questo di Richard North Patterson: tratta in modo approfondito e ricercato la questione israelo-palestinese avendo il pregio di non prendere posizione per nessuno dei contendenti.
Il Primo Ministro israeliano è stato ucciso negli Stati Uniti. Dell’omicidio è accusata una donna… palestinese. L’avvocato che la difenderà, David Wolfe, è ebreo: bel mix esplosivo, non c’è che dire! I due si conoscevano bene molti anni prima, perciò l’uomo, per difendere l’indiziata, farà una ricerca accurata fino al punto di recarsi personalmente in Medio Oriente. Interessante, no? Il libro è stato pubblicato in Italia da Longanesi.
2012 – In difesa di Jacob – William Landay
Cosa prova un tutore della legge, un pubblico ufficiale, quando ciò che persegue e su cui indaga da una vita entra nella sua famiglia? Come si sente un padre quando lo spettro della colpa incombe su suo figlio? Su questo dramma familiare è incentrato In difesa di Jacob, Legal thriller statunitense che racconta la storia del viceprocuratore distrettuale Andy Barber che un giorno si ritrova ad indagare sull’accoltellamento di Ben, un quattordicenne coetaneo di suo figlio. Tutto drammatico, sì, ma nella norma per Andy, finché le voci prima e le indagini poi si concentrano proprio su Jacob, su quel figlio che Andy credeva di conoscere bene. Il guaio è che l’impianto accusatorio sembra reggere e che, man mano che il processo va avanti, Andy scopre cose sul figlio che ignorava totalmente. Tra il racconto in prima persona del padre e la trafila del processo, In difesa di Jacob è un ottimo esempio di Legal thriller che unisce tematiche sociali a ritualità processuale.
2016 – Sabbie mobili – Malin Persson Giolito
Inseriamo in quest’elenco anche un giallo nordico, precisamente svedese. È l’avvincente racconto del processo contro Maja, adolescente svedese accusata di aver progettato l’attentato terroristico che ha causato una carneficina nella sua scuola. Un romanzo intenso che, attraverso il racconto in prima persona, ci conduce attraverso piani spaziotemporali paralleli, nel passato di Maja, del suo ragazzo e delle relative famiglie, nonché nel presente di un processo estenuante e quanto mai incerto. Incerto, sì, ma solo agli occhi della ragazza, perché il resto del mondo l’ha già condannata.
2019 – Oltre ogni ragionevole dubbio – Francesco Caringella
Un uomo scompare in una mattina fredda, il Pubblico Ministero non può ancora indagare per omicidio, ma qualcosa non torna: strani movimenti sul conto corrente dell’uomo, tutti a favore della moglie. Ben presto si scopre una relazione extraconiugale della donna e comincia il rimpallo delle responsabilità. Si finisce in tribunale e… allora sì che comincia il circo.
Probabilmente, tra i legal thriller italiani, questo è il più vicino all’immaginario collettivo generato dalle serie tv americane: qui sì che c’è la giuria popolare, qui sì che c’è un giudice (anzi una giudice) tormentata, qui sì che abbiamo ancora una volta la spettacolarità di un processo mediatico.