martedì 25 febbraio 2020


SIAMO QUEL CHE SIAMO
Estratto da "La vita bassa"
Alberto Arbasino
Adelphi

“… Dopo decenni e generazioni di ‘ricercatori’ e ‘anticipazioni’ e acribie di ruoli e concorsi e scatti e carriere e ‘lectiones’ magari anche ‘magistrales’ ai fini di riesumare negli archivi – tutt’al più – ordinarie miserie peraltro risapute e compatite in qualunque ginnasio-liceo italiano durante e dopo la guerra. Soprattutto a causa dell’ininterrotta produzione ‘cartacea’ degli intellettuali ‘scribacchini’, durante il passaggio "in un sol giorno" e "come un sol uomo" dalla stampa & propaganda ‘fascistoide’ alla temibile egemonia togliattiana.
Altro che conformisti "fuori dal coro" in atteggiamento "contro" perennemente sfottente: i Montanelli, Malaparte, Longanesi, Ansaldo, Prezzolini, Missiroli, di successo in successo benpensante e cheap… Piuttosto, nelle fasce subalterne, per comprare scarpe e cibo ai piccini, quanti innumerevoli meschini affamati e affannati si mostravano capaci di servigi e faccende di low profile sotto qualunque gerarca presente o prossimo dei regimi successivi. E nelle famose egemonie culturali, anche senza frugare nei ‘faldoni’, correntemente si potrebbe constatare che "intellettuale" diventa sinonimo di travet mezzamanica e leccapiedi, per ottenere piccoli poteri più o meno piccoli-borghesi”.
Alberto Arbasino "La vita bassa"