CANTO D’AMORE
Estratto da "Poesie 1907-1926"
Rainer Maria Rilke
Recensione
Canto d’amore, è la poesia di Rilke sulla sintonia tra amanti. Rilke presenta l’amore come l’incontro inevitabile di due anime e si interroga sull’origine di questo sentimento. Scritto nel 1907, il Canto d’amore (in tedesco Liebeslied) di Rainer Maria Rilke è un componimento capace di suscitare un' esperienza fatta di suoni e immagini. Il tema affrontato è quello di una persona innamorata combattuta tra due sentimenti contrastanti: la voglia di indipendenza e il bisogno di connessione emotiva tipico dell’essere umano.
Nella prima parte infatti il poeta esprime il desiderio di sfuggire all’amore. Vorrebbe proteggere la sua anima dall’amore dell’altro, nascondendola «in un angolo sperduto nelle tenebre; un estraneo rifugio silenzioso» (vv. 4-6). Seppur innamorato, forse si sente prigioniero di un amore possessivo oppure ha paura di impegnarsi in una relazione totalizzante. Ma nella seconda parte subito appare che ogni tentativo di fuga risulta vano. È impossibile reprimere un’attrazione spirituale in quanto la sua anima è intrinsecamente legata a quella del partner. Rilke sceglie una similitudine musicale commovente e delicata: l’amore reciproco viene paragonato alle corde intonate di un violino che vibrando insieme producono un unico suono, un accordo. L’amore, come la musica, è quindi coinvolgimento e armonia, richiede sensibilità e comprensione. Ma perché amiamo? Il poeta vuole suggerire l’esistenza di una forza superiore capace di “orchestrare” le nostre vite, ma lascia le sue domande senza risposta.
CANTO D'AMORE
Come potrei trattenerla in me,
la mia anima, che la tua non sfiori;
come levarla, oltre te, ad altre cose?
Ah, potessi nasconderla in un angolo
perduto della tenebra, un estraneo
rifugio silenzioso che non seguiti
a vibrare se vibri il tuo profondo.
Ma tutto quello che ci tocca, te
e me, insieme ci prende come un arco
che da due corde un suono solo rende.
Su qual strumento siamo tesi, e quale
violinista ci tiene la mano?
O dolce canto.
la mia anima, che la tua non sfiori;
come levarla, oltre te, ad altre cose?
Ah, potessi nasconderla in un angolo
perduto della tenebra, un estraneo
rifugio silenzioso che non seguiti
a vibrare se vibri il tuo profondo.
Ma tutto quello che ci tocca, te
e me, insieme ci prende come un arco
che da due corde un suono solo rende.
Su qual strumento siamo tesi, e quale
violinista ci tiene la mano?
O dolce canto.