sabato 19 ottobre 2024

SOSTEGNO INTERNAZIONALE O INTERVENTO: IL DILEMMA IRANIANO Bahram Farrokhi



SOSTEGNO INTERNAZIONALE  O INTERVENTO: IL DILEMMA IRANIANO

 Bahram Farrokhi 

 18/10/2024 


[...]l’invito a forze straniere per attaccare il Paese, porterebbe soltanto al declino della legittimità di qualsiasi movimento che affermi di difendere i diritti del popolo iraniano.[...]

La distinzione tra il sostegno internazionale e l’intervento militare straniero e i rischi per il movimento di liberazione iraniano

Oggi, nella tumultuosa arena delle politiche internazionali, la questione della richiesta di sostegno al movimento di liberazione del popolo iraniano è diventata uno dei fulcri del dibattito politico. Tra queste richieste, esiste una differenza profonda e sostanziale tra il sostegno internazionale alla lotta del popolo iraniano per la democrazia e la richiesta diretta a Benjamin Netanyahu di un attacco all’Iran. Questa distinzione fondamentale segna il confine tra un movimento legittimo legato agli ideali di libertà e indipendenza, e la caduta nelle trappole delle strategie militari delle potenze straniere.

Negli ultimi mesi, alcuni gruppi politici hanno cercato di attrarre il sostegno straniero all’interno dei confini dell’Iran, arrivando al punto di chiedere un’azione militare diretta da parte di Israele. Questo approccio li colloca in una posizione simile a quella dei Mojahedin-e Khalq durante la guerra Iran-Iraq, quando collaborarono con le forze nemiche contro il popolo iraniano, guadagnandosi una reputazione oscura e traditrice nella storia contemporanea dell’Iran. Questa memoria storica rimane impressa nella coscienza collettiva degli iraniani, lasciando una ferita profonda tra coloro che hanno sempre resistito a ogni forma di ingerenza straniera.

Tuttavia, non bisogna trascurare un altro aspetto: sebbene alcune fazioni estremiste dei monarchici abbiano apertamente avanzato tali richieste, molti costituzionalisti e patrioti devoti alla gloriosa storia dell’Iran hanno espresso la loro contrarietà a questa strategia, riconoscendo con profondità gli interessi nazionali e la sovranità del Paese. Questa divisione tra i diversi gruppi di oppositori al regime della Repubblica Islamica riflette una divergenza di fondo nella comprensione di concetti come l’indipendenza e la sovranità nazionale. Mentre alcune di queste fazioni sono disposte a sacrificare i principi fondamentali dell’indipendenza nazionale per ottenere il sostegno straniero, i veri costituzionalisti e gli oppositori popolari credono fermamente che il movimento di liberazione non debba giungere al prezzo della perdita della sovranità nazionale.

Indipendenza e lotta: l’eredità gloriosa dell’Iran

L’Iran, una nazione con una storia gloriosa di lotta contro la tirannia e l’ingerenza straniera, non si è mai piegata di fronte alla dominazione esterna, dai tempi della Rivoluzione Costituzionale fino ai giorni nostri. In questa storia, l’indipendenza e la sovranità nazionale sono stati i valori più importanti, profondamente radicati nell’animo del popolo iraniano. Qualsiasi invito a forze esterne per interferire negli affari interni, anche con l’intento di abbattere la dittatura medioevale islamica, rappresenta una deviazione da questi ideali. I movimenti che si affidano al sostegno straniero o a interventi militari contro l’integrità territoriale del Paese, perderanno presto la loro legittimità agli occhi della popolazione. Tali strategie non solo danneggiano il movimento di liberazione, ma minano anche l’unità nazionale e creano fratture profonde tra l’opposizione interna ed esterna.

La necessità di una solidarietà nazionale e internazionale in questo momento critico

Oggi, più che mai, si avverte l’esigenza di una solidarietà nazionale e internazionale. Il popolo iraniano, impegnato in una lunga e difficile battaglia contro la repressione, ha bisogno di un sostegno morale e politico da parte della comunità internazionale, chiedendo anche una maggiore pressione contro il regime islamico, come la rottura dei rapporti politici ed economici e la designazione del Corpo delle Guardie della Rivoluzione come organizzazione terroristica, un’azione a cui le grandi potenze hanno finora prestato poca attenzione. Tuttavia, questo sostegno deve servire a rafforzare lo spirito nazionale e a preservare l’integrità territoriale dell’Iran, non a contraddirla. Altrimenti, ciò che rimarrà del movimento di liberazione sarà solo un nome vuoto e privo di sostanza, incapace di difendere i nobili ideali della libertà.

Il movimento di liberazione dell’Iran deve mirare a rafforzare i legami popolari e a ottenere la solidarietà internazionale, ma non deve tradire i principi fondamentali dell’indipendenza e della sovranità nazionale. La storia dell’Iran ha dimostrato che ogni volta che una nazione ha fatto affidamento sulla propria volontà e si è basata sulla propria identità storica, è riuscita a rompere le catene della tirannia e del colonialismo. Dobbiamo ricordare che il sostegno internazionale è utile solo quando rispetta la libertà, l’indipendenza e l’integrità territoriale del Paese.


Il pericolo della frammentazione dell’Iran dopo un attacco straniero e i danni alle infrastrutture vitali

Nel corso della storia dell’Iran, il patriottismo, la lotta contro la tirannia interna e la resistenza contro le minacce esterne sono stati pilastri della nostra cultura e identità nazionale. Tuttavia, nella situazione attuale, con le ambizioni belliche del regime islamico e gli attacchi militari compiuti dallo stesso regime e dai gruppi terroristici da esso sostenuti nella regione, e con l’unione della maggior parte dei paesi della regione contro la nostra patria, si teme che la nostra amata nazione possa essere attaccata nei prossimi giorni.


L’espansione dell’influenza delle potenze straniere nella regione, specialmente quelle con intenzioni più ostili nei confronti dell’Iran, ha reso i rischi di frammentazione e collasso più evidenti che mai. Queste minacce, soprattutto se un attacco militare su larga scala dovesse colpire le infrastrutture vitali ed economiche del Paese, potrebbero portare l’Iran ad affrontare una crisi senza precedenti.


Uno di questi pericoli è rappresentato dagli attacchi alle infrastrutture vitali del Paese, che potrebbero distruggere reti energetiche, sistemi di comunicazione e infrastrutture di trasporto. Tali attacchi non solo interrompono direttamente la vita delle persone, ma creano le condizioni per un crollo economico e sociale, come dimostra l’esempio dell’Iraq, che nonostante le sue risorse immense, dopo due decenni non è ancora in grado di raggiungere l’autosufficienza energetica.


In un simile contesto, alcuni gruppi secessionisti, sostenuti dalle potenze globali e regionali, potrebbero sfruttare il malcontento popolare e il caos per fomentare istanze separatiste, cercando di far passare i loro piani di frammentazione come nuovi progetti politici. Questo scenario non è altro che una ripetizione amara della storia, quando le forze straniere hanno cercato di approfittare delle divisioni interne per spingere il nostro Paese verso la frammentazione e l’indebolimento.


La storia ha dimostrato che la collaborazione di alcuni gruppi politici con forze straniere durante la guerra Iran-Iraq ha avuto conseguenze negative per il popolo iraniano. Queste collaborazioni non solo hanno alimentato la sfiducia nazionale nei loro confronti, ma hanno anche aggravato le divisioni interne e le crisi economiche e sociali. Attualmente, l’invito di alcuni gruppi alle potenze straniere per un attacco all’Iran, al fine di liberarsi del regime islamico, non solo è considerato una strategia sbagliata, ma rappresenta anche un grave rischio per il futuro dell’integrità territoriale del Paese.


È essenziale ricordare che la richiesta di sostegno internazionale per rafforzare i movimenti di liberazione è ben diversa dalla richiesta diretta di un intervento militare. Chiedere aiuto alla comunità internazionale per difendere i diritti umani e sostenere la libertà, e rompere le relazioni politiche ed economiche, è legittimo e giusto. Ma invocare le potenze straniere per scatenare una guerra contro la propria madrepatria è un tradimento dei principi di indipendenza e integrità territoriale a cui il popolo iraniano è stato sempre fedele. Questo è particolarmente rilevante quando ricordiamo che molti costituzionalisti e combattenti per la libertà nella storia dell’Iran hanno sempre difeso la sovranità nazionale e l’indipendenza del Paese contro le ingerenze straniere, senza mai consentire che i principi di libertà fossero contaminati dalle interferenze esterne.


Allo stesso tempo, dobbiamo tenere a mente che l’indebolimento dell’unità nazionale e la divisione tra le fila dell’opposizione, così come l’invito a forze straniere per attaccare il Paese, porterebbe soltanto al declino della legittimità di qualsiasi movimento che affermi di difendere i diritti del popolo iraniano.

In conclusione, qualsiasi compromesso sui principi di indipendenza e l’adozione di percorsi che portino all’indebolimento e alla frammentazione del paese non solo rappresenta un tradimento degli ideali del popolo, ma infligge anche un colpo al cuore dell’anima della nazione iraniana. Il futuro dell’Iran è un destino condiviso da tutti gli iraniani, e solo facendo leva sulla volontà popolare e mantenendo l’unità nazionale si potrà guidare il paese verso la libertà, il progresso e la democrazia. Noi iraniani dobbiamo sempre ricordare che il vero potere nasce dal popolo e dalla sua volontà, e nessuna forza esterna può sostituire questo potere.