RICORDI: LA CASINA SUL GELSO
Roberto Bolzani
In fondo al fienile c’era un vecchissimo gelso, "an mur", con i rami distesi, quasi a formare un pianerottolo.
Paolo e io ci avevamo costruito una casetta. Non ricordo più se di cartone o di cassette di legno, tipo quelle per i pomodori.
Ci serviva per essere introvabili soprattutto nel pomeriggio d'estate, al momento della chiamata per qualche lavoretto nei campi, Quello era il nostro unico problema a quei tempi. Noi zitti e nessuno guardava in alto.
Sotto c’era un mucchio "ad löch" (pula, ovvero il resto della spiga del frumento dopo la trebbiatura). Lo usavamo, come fosse il mare, tuffandoci dentro per scendere dalla “casa”. Ricordo quella volta che Paolo si è tuffato e si è fatto un taglio in testa. Il sangue colava abbondante come se si fosse spaccato l'osso del cranio. Ma era una ferita superficiale. Ma la cicatrice ancora si vede.