TU SAI COS'È L'AMORE?
Estratto da "COPERNICO NON HA CAMBIATO GRAN CHE"
Henry Laborit
La sua compagna non aveva l'aria di preoccuparsi per le sue riflessioni, il che gli fece venire qualche dubbio circa l'esistenza della telepatia. Ella si era ripiegata sul ventre di lui, premendogli contro uno dei suo seni, mentre la mano destra teneva, con molta delicatezza, quella parte di lui la cui mancanza Freud pretendeva inducesse nella donna una continua frustrazione. Di ciò che avvenne nell'ora successiva, avrebbe potuto fare una descrizione precisa, avendo assistito, in un certo senso dall'esterno all'utilizzazione, come osservatore interessato alla utilizzazione del suo corpo in qualità di uomo-oggetto. Aveva
potuto osservare come un corpo femminile può giocare con quello maschile per procurarsi piacere
utilizzando solo l'attività motrice. Apprezzava molto quel ruolo passivo reso possibile dall'apprendimento di un certo controllo da parte sua....
Era anche un po' geloso di questa possibilità che certe donne hanno di giocare con il proprio orgasmo, come un pescatore cui ha abboccato un pesce un po' troppo pesante per la propria lenza. Lo lasciano andare per un po' e poi lo trattengono, proprio quando il poveretto crede di poter sfuggire. Lo tirano un po' verso riva, e subito dopo gli permettono di fuggire nuovamente, per riprenderlo ancora finché resta spossato, a corto di energie, nell'onda ardente del piacere. Avrebbe potuto, in quei momenti, fumare disinvoltamente qualche sigaretta, se non fosse stato trattenuto dal desiderio ambivalente della sua compagna, desiderosa di far partecipe anche lui del piacere che provava. Ma quando si arrischiava a chiedere, molto educatamente, se non pensasse che fosse finalmente giunto il momento di accompagnarla nella sua esplorazione del giardino delle delizie: "Oh aspetta ancora un po' ", mormorava lei.
Spesso attendeva tanto a lungo che a partire da un certo momento non era più in grado di bussare alla porta di tale giardino. Lei allora gli rimproverava di averle permesso quella solitaria passeggiata e paradossalmente si considerava privata di un diritto fondamentale della persona umana(...)
Una volta tornata sulla Terra, ella si piegò sul fianco sinistro riprendendo la posizione preferita, la testa nell'incavo della sua spalla, una coscia piegata a traverso del ventre di lui, mentre con una mano gli imprigionava teneramente il sesso che ancora non era ritornato alla sua posizione di riposo.
«Dimmi, ma tu sai cos'è l'amore?»
«Credo di sì» rispose lei.
«Allora spiegamelo...»
«Significa essere felici quando stai vicino ad un altro».
«Ma perché?»
Ah, questo è complicato, Perché ti piace la sua pelle, l'odore delle sue ascelle, il suono della sua voce.
Perché ti piace guardarlo, toccarlo vederlo vivere, starlo ad ascoltare anche senza capire. Perché ti capita improvvisamente di aver voglia di stare nuda tra le sue braccia, anche in momenti impossibili, al ristorante, in macchina. Perché te lo immagini nudo quando è vestito. Perché ti piace come sta seduto, come cammina, come ride. Perché desideri continuamente penetrare lo spazio che occupa, stare accanto a lui. Perché sei orgogliosa che si sappia che state insieme, quando siete in pubblico. Perché hai voglia di fargli male e di farlo ingelosire. Hai voglia di mangiarlo, di assorbirlo, di incorporarlo. Voglia che lui ti prenda per poterlo prendere a tua volta, che lui ti dia píacere per poterne dare a lui. È abbastanza?»
Adesso era allungata sul ventre, il mento appoggiato sulle mani, i gomiti affondati nel cuscino. La luce attenuata della lampada delineava con un tratto chiaro la curva della sua schiena, la rotondità delle natiche e la linea armoniosa delle cosce e delle gambe.
Aveva girato leggermente la testa verso di lui lo guardava con occhi teneri e divertiti, ad un tempo.La risposta non gli sembrò sufficiente. Ella aveva fornito una descrizione dei sintomi, senza affrontare né il meccanismo né le cause. Praticava senza dubbio l'amore in modo efficace, ma non aveva mai fatto ricerche fondamentali sull'argomento.
Senza rispondere, riprese il suo soliloquio interiore. Con tutta probabilità, dietro quel sentimento che chiamano amore stanno fattori genetici ed endocrini, dal momento che abbiamoba che fare con una specie animale sessuata(...)
Ma non siamo tutti innamorati di noi stessi, prima di innamorarci di un rappresentante dell'altro sesso? O più precisamente, non ci innamoriamo di quest'ultimo proprio perché eravamo innamorati di noi stessi?