martedì 29 ottobre 2024

SCHIZZO Estratto da “Storie che danno da pensare" Robert Walser


SCHIZZO
Estratto da “Storie che danno da pensare"
Robert Walser
Arrivò come da nebulose lontananze. Già questo giocava a suo favore. Aveva un aspetto come nessun altro ha. Lei pensò: «Ha l’aspetto di uno su cui ancora incombono pericoli». Era povero, indossava vestiti laceri, ma si comportava con fierezza. Il suo contegno esprimeva grande calma e grande letizia interiore. Lei pensò: «Che gusto meraviglioso debbono avere i suoi baci». Inoltre dava l’impressione di un uomo che non poteva non aver già suscitato molto favore e destato già molto interesse, e che ovunque avesse provocato entrambe le reazioni, fosse poi andato avanti per la propria strada, senza gettare un solo fuggevole sguardo da una parte o dall’altra.
Lei pensò: «C’è qualcosa di ardimentoso e magnanimo in lui. Chissà se lo amerò. In ogni caso è degno d’essere amato».
“Costui inoltre pareva ben sapere, e d’altro canto non sapere affatto, quanto fosse attraente. Vi era nel suo comportamento un che di smarrito, un che di ambiguo. Lei si diceva: «Questo giovane sa di sicuro essere discreto. Immagino sia dolce confidare in lui. Ancor più dolce e bello dev’essere buttargli le braccia al collo e stringerlo a sé». Nonostante la sicurezza e la fermezza con cui sapeva presentarsi, recava su di sé l’ombra di un essere reietto e indifeso. Lei pensò: «Ha bisogno di protezione. Come sarei felice di poterlo proteggere». Era giovane e tuttavia, a quanto sembrava, già provato: era di ferro, l’immagine stessa dell’irremovibilità e della pertinacia, e tuttavia aveva l’aspetto di chi desideri una profusione di tenerezze e intimità.
Allora lei gli sfiorò il braccio, come per caso e inconsapevolmente. Arrossì e pensò: «Si accorge di quel che voglio». Anche lui arrossì. Allora lei pensò: «Che uomo straordinario! Mi tiene in considerazione. È un cavaliere». Da quel momento in poi, agli occhi di lei il contegno di lui fu sempre più bello; e sempre più forza, fierezza e delicatezza emanavano dall’intero suo essere. Lei pensò: «Io amo. È vero, non mi è lecito amare, perché sono sposata. Ma io amo». Glielo fece capire con gli occhi e lui ebbe sufficiente attenzione, gentilezza e intelligenza per capire ciò che lei intendeva, sentiva e desiderava. E a questo punto cominciò il romanzo. Se, anziché un autore, io fossi un’autrice, muovendo di qui scriverei difilato due volumi.