mercoledì 8 febbraio 2017




RICORDI: PIACERI DELLA MEMORIA (BRANCATI) 
Estratto da Vitaliano Brancati, "I piaceri della memoria". "Coloro che, dentro di sé, preservano i ricordi lieti, difendendoli dal pericolo di oscurarsi, corrompersi, dilavarsi, compiono un’opera utile come chi non lascia spegnere il fuoco in un paese privo di fiammiferi e di pietre focaie. Una delle condizioni più misere delle epoche infelici, non è di rimpiangere vanamente la felicità, ma di averla totalmente dimenticata."


I Piaceri della memoria si fonda sulla consapevolezza che il mondo cosiddetto reale è una lastra priva di spessore a cui solo la memoria può ridare volume. È la bipolarità ragione-fantasia, verità-finzione, che anima l’universo narrativo del siciliano. Egli si conferma come uno di quegli scrittori che, più vivo hanno il senso della realtà, tanto più acutamente ne percepiscono la limitatezza e l’im perfezione.
Perdere la memoria significa perdere se stessi, e dimenticare il passato vuol dire perdere quei punti di riferimento che ci consentono di imparare, di riparare agli errori compiuti, di migliorare. Le malattie della memoria sono paragonabili a un ladro che penetra nel nostro cervello e ci ruba tutti i ricordi. Per questo Brancati ci dice che «ho l’abitudine di sorvegliare continuamente la mia memoria e contare ogni sera i miei ricordi come l’avaro conta i suoi marenghi».

Le prospettive sociopolitiche e l'ironia del Brancati, II parte
KULTURAL.EU|DI ILARIA PESCE