SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E CRISI: IL CASO SRI LANKA
Fortunato Nardelli
Il clima cambia non per colpa dell'uomo, ma le politiche climatiche cambiano la vita dell'uomo, in molto peggio.
Ne volete una dimostrazione reale?
Lo Sri Lanka è un bel caso di studio, perché è stato presentato come un paese modello ESG (Environment, Social, Governance). Protagonisti sono WEF, ONU e BlackRock. Una triade che ormai collabora sempre più spesso.
Qualche anno fa, BlackRock ha individuato lo Sri Lanka come una interessante opportunità di investimento secondo un modello di sostenibilità ambientale. Insieme a ONU e WEF ha gestito questa sperimentazione intervenendo a livello politico.
Per ottenere i finanziamenti, il presidente Rajapaksa ha promesso di trasformare l’agricoltura, principale risorsa del paese, in una attività ecologicamente sostenibile. Ha deciso così di vietare l’importazione e l’uso di qualsiasi fertilizzante chimico.
Esito devastante. I raccolti di riso, tea, ortaggi e caffè si sono dimezzati. A causa della concomitante pandemia, il paese ha perso anche l’afflusso turistico. Questo ha finito per trasformare il paese, che era in crescita e che riceveva molti capitali di investimento, con una classe media forte e fiorente, centri commerciali avanzati, in un paese con una grave crisi alimentare.
Qualcosa che non era mai successa nella storia moderna e ovviamente sono scoppiati disordini sociali. Il presidente Rajapaksa è stato cacciato.
Ma al suo posto è stato nominato il primo ministro Wickremesinghe nonostante fosse colui che aveva realizzato il modello ESG.
Ma i poteri finanziari hanno agito per proteggere i loro interessi coprendosi dietro il capro espiatorio di Rajapaksa.
Naturalmente lo Sri Lanka è tutt’ora in piena emergenza economica e sociale, ma risulta avere un ottimo indice ambientale!
Insomma: si crea una emergenza globale (Crisi Climatica) e si strumentalizzano milioni di utili idioti che gridano “salvate il pianeta”, con uno scopo esplicito: reimmaginare, rimodellare e reinventare l’organizzazione sociale sotto la guida di una élite che nessuno ha eletto.