COS'È L'AMERICA
Massimo Teodori
22 Febbraio 2023
Detestata da molti, ma ancora di salvezza d'Occidente. Biden ricorda cos'è l'AmericaT
Il suo discorso a Varsavia, pur in quella che può apparire una lezione propagandistica, ricorda quello di Kennedy a Berlino e riporta ai valori dell'Occidente contro il totalitarismo che sembrava archiviato con Hitler e Stalin nel XX secolo
L’attacco e le barbarie di Vladimir Putin in Ucraina ha risvegliato l’Occidente. Il discorso del presidente americano Joe Biden a Kiev “democrazia vs l’autocrazia” ricorda quello di John Kennedy al muro di Berlino “Ich bin ein Berliner” del 26 giugno 1963 che suscitò l’entusiasmo di milioni di tedeschi separati dai loro amici e parenti dalla prigione sovietica. L’analogia è troppo facile da apparire banale. Dietro ad essa, tuttavia, v’è una realtà che non tramonta mai, pur se assume forme diverse. Il XX secolo è stato segnato dal confronto – ideale, politico, militare – tra totalitarismi e anti-totalitarismi. Erano neri, bruni, rossi e variegati, ma erano pur sempre totalitarismi contro i quali hanno combattuto milioni di esseri umani animati dalla libertà.
Le generazioni che ci hanno preceduto hanno subito il destino tragico della Prima, e ancor più della Seconda guerra mondiale, quindi della Guerra fredda in cui, pur nella carambola degli schieramenti, da una parte v’era il totalitarismo, o se si preferisce l’autoritarismo e la dittatura, e dall’altra le democrazie occidentali, pur in temporanee alleanze spurie. Contro quel diavolo, nel 1917, nel 1941 e nel 1949, è intervenuta la bandiera stelle a strisce.
È vero che l’Occidente è una nozione che contiene non poche ambiguità. Porta in pancia il militarismo, l’integralismo, il colonialismo, l‘esasperazione finanziaria, e altri peccati. Ma di una cosa non v’è dubbio: la democrazia, i diritti individuali, lo Stato di diritto, il pluralismo politico riescono al fondo ad emergere sconfiggendo anche le peggiori ombre.
Certo, tutto ciò è Europa e America, non il mondo intero. Ma perché si continua a pretendere che l’evoluzione della storia debba essere equivalente a Parigi e a Pechino, a Washington e a Giacarta, a Roma e a Timbuctu? Ebraismo, cristianesimo, illuminismo e libero mercato, sono tutti processi la cui forza ha contraddistinto l’Occidente o, forse, è meglio dire, le due sponde dell’Atlantico.
Negli ultimi settanta anni l’Europa ha innestato sulla sua storia due nuovi pilastri con i rispettivi pregi e difetti che, però, ne hanno fatto il continente in cui si vive meglio e si è più sicuri e, fino ad oggi, con il maggiore tasso di benessere diffuso anche rispetto agli Stati Uniti.
L’idea di un’Europa unita ha animato i grandi spiriti del secondo dopoguerra: Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Konrad Adenauer e, prima ancora, il vincitore della Seconda guerra mondiale, Winston Churchill, e i nostri Luigi Einaudi e Altiero Spinelli. Il sogno europeo che ha alimentato le speranze delle migliori generazioni del dopoguerra, si è tradotto in complicati organismi istituzionali basati sulla libertà economica e le istituzioni del diritto. Nonostante tutto ciò, queste architetture barocche sono lì a testimoniare la volontà dell’uomo a progettare il suo futuro.
La Nato è stata ed è l’unica rete che ha tenuto insieme, nelle fasi alte e basse degli equilibri internazionali, l’America e l’Europa democratica. Sappiamo che bombe, carri armati e jet non sono e non devono essere l’Occidente; ma senza di essi l’Occidente sarebbe andato sotto terra. Era così ieri a Berlino prima della dissoluzione dell’Unione sovietica, ed è così oggi con l’Ucraina sotto il fuoco di una potenza ieri ideologica e oggi criminale. È vero che nella Nato v’è una filiera che tende all’integralismo anti-russo – “i nove di Bucarest” – ma forse si tratta dell’effetto trascinante del precedente integralismo comunista.
Il discorso di Biden al castello reale di Varsavia – sovranità, indipendenza, democrazia e libertà –, pur in quella che può apparire una lezione propagandistica, ricorda a tutti noi che l’Occidente continua ad essere la realtà in cui si svolgono i nostri rapporti internazionali e anche interni, e che gli Stati Uniti, detestati da tanti, rappresentano pur sempre un’àncora di salvezza per l’avvenire come lo sono stati per il passato, una vera sveglia che suona per l’Europa.