martedì 3 dicembre 2019


RICORDI: IL BACIO DEL NONNO
Giacomina Merloni

...la mia culla fu messa "in casa"...

La mamma  mi raccontò che avevo pochi giorni di vita, quando la mia culla  fu messa "in casa", vale a dire nella stanza dove "si viveva", che somigliava poco a quello che oggi si chiama "soggiorno". Il nonno paterno, che stava con noi, non era per niente contento di questa nuova nascita. C'erano già un bimbo e una bimba, e per lui, che era una buona pasta d'uomo, generoso e ricco d'amore, ma superficialmente rude, la neonata era solo una bocca in più da sfamare, con quel che segue.
Si rifiutava categoricamente persino di darmi un'occhiata.
Un giorno mia madre si avvicina alla culla e il mio faccino paffuto era paurosamente arrossato, come colpito da uno strano eritema.
La mamma, preoccupata, cerca consiglio, finché una vicina
"Ma tàna..." (espressione locale intraducibile).
Il nonno si era forzato a darmi uno sguardo e mi aveva riempito il viso di baci, ma non aveva l'abitudine di sbarbarsi ogni giorno.