IL PROFUMO DEL TEMPO
L'arte di indugiare sulle cose. Byung-Chul Han.
Estratto
[...] Lo spazio della rete non consiste di fasi e transizioni continue bensì di eventi o circostanze discontinue In questo contesto non ha luogo alcun progresso alcuno sviluppo. Esso è a storico. Il tempo della rete è un tempo istantaneo discontinuo e puntuale. Si passa da un link a un altro da un istante a un altro e l'istante non ha durata. Nulla invita a indugiare a lungo in una posizione istantanea. La moltitudine di possibilità alternative non comporta alcuna costrizione di indugiare in un unico luogo. Indugiare a lungo genererebbe infatti soltanto noia. La fine della concezione lineare del mondo non produce però soltanto perdite, ma rende anche possibili e necessarie nuove forme d'essere e di percezione. Il progredire lascia il posto al fluttuare e la percezione diventa sensibile a relazioni non causali.La fine di quella linearità narrativa che seleziona rigorosamente gli eventi e li costringe in uno stretto binario rende necessario muoversi e orientarsi entro un'elevata densità di eventi. Anche l'arte e la musica di oggi rispecchiano questa nuova forma di percezione per cui le tensioni estetiche non vengono generate da uno sviluppo narrativo ma da una sovrapposizione e da un addensamento di eventi.[...]
[...] Le immagini sfiorano solo fugacemente la retina, non catturano a lungo l'attenzione: rilasciano velocemente il loro stimolo visuale e svaniscono.
Al contrario di sapere ed esperienza in senso pieno le informazioni e i vissuti non hanno un effetto duraturo o profondo. Verità e conoscenza acquistano un che di arcaico. Esse riposano infatti sulla durata. La verità deve perdurare;[ma] di fronte a un presente più breve, svanisce.[...]