THE GIRL WITH THE NEEDLE
Regia Magnus von Horn
Recensione
P.b.
The Girl with the Needle (disponibile sulla piattaforma MUBI) è l'ultimo film del regista polacco-danese Magnus von Horn, È un film duro, che lascia il segno attraverso una rappresentazione che attinge dal noir la cupezza dei toni e delle atmosfere.
Ambientato nel 1919 a Copenaghen, The Girl with the Needle segue in una città piena di ombre la sua protagonista Karoline (Vic Carmen Sonne), una giovane operaia che lavora come sarta, rimasta sola e senza casa dopo la scomparsa del marito durante la Prima Guerra Mondiale.
Karoline convinta di essere rimasta vedova dopo la sparizione del marito viene sedotta, e poi abbandonata, dal capo della fabbrica dove svolge la mansione di operaia. Incinta e ridotta alla povertà, si avvicinerà progressivamente a Dagmar (Trine Dyrholm), donna che gestisce un traffico di adozioni clandestine. La fotografia in bianco e nero fa emergere un chiaro riferimento al cinema espressionista degli anni Dieci e Venti. Attraverso ombre allungate e inquadrature trasversali, si presenta come un allucinato racconto, dove la Grande Guerra si mostra esclusivamente tramite le grida del marito di Karoline e di un giovanissimo venditore di giornali. Il film è un noir e, allo stesso tempo, una cronaca-sociale, che rievoca un terrificante fatto di cronaca nera, con una forte influenza da parte della narrativa di Charles Dickens: lo stato di estrema miseria e marginalità da cui Karoline cerca disperatamente di fuggire ne è un esempio.
Così come nei grandi romanzi di inizio secolo è Karoline il perno dell’intera storia. E su di essa il regista costruisce un racconto cinematografico di grandissima raffinatezza.
Il film mostra la predilezione di von Horn per l’indagine della società e, e rivela la realtà bruta delle classi e il dramma inesorabile della miseria.
The Girl with the Needle (disponibile sulla piattaforma MUBI) è l'ultimo film del regista polacco-danese Magnus von Horn, È un film duro, che lascia il segno attraverso una rappresentazione che attinge dal noir la cupezza dei toni e delle atmosfere.
Ambientato nel 1919 a Copenaghen, The Girl with the Needle segue in una città piena di ombre la sua protagonista Karoline (Vic Carmen Sonne), una giovane operaia che lavora come sarta, rimasta sola e senza casa dopo la scomparsa del marito durante la Prima Guerra Mondiale.
Karoline convinta di essere rimasta vedova dopo la sparizione del marito viene sedotta, e poi abbandonata, dal capo della fabbrica dove svolge la mansione di operaia. Incinta e ridotta alla povertà, si avvicinerà progressivamente a Dagmar (Trine Dyrholm), donna che gestisce un traffico di adozioni clandestine. La fotografia in bianco e nero fa emergere un chiaro riferimento al cinema espressionista degli anni Dieci e Venti. Attraverso ombre allungate e inquadrature trasversali, si presenta come un allucinato racconto, dove la Grande Guerra si mostra esclusivamente tramite le grida del marito di Karoline e di un giovanissimo venditore di giornali. Il film è un noir e, allo stesso tempo, una cronaca-sociale, che rievoca un terrificante fatto di cronaca nera, con una forte influenza da parte della narrativa di Charles Dickens: lo stato di estrema miseria e marginalità da cui Karoline cerca disperatamente di fuggire ne è un esempio.
Così come nei grandi romanzi di inizio secolo è Karoline il perno dell’intera storia. E su di essa il regista costruisce un racconto cinematografico di grandissima raffinatezza.
Il film mostra la predilezione di von Horn per l’indagine della società e, e rivela la realtà bruta delle classi e il dramma inesorabile della miseria.