OGNI COSA È ILLUMINATA
2005
Regia di Liev Schreiber
Recensione
P.b.
È il ricordo che illumina il nostro cammino . E' in questo modo che bisogna osservare: "ogni cosa è illuminata" dal ricordo. Un film del 2005, ora su Sky, tratto dal romanzo omonimo di Jonathan Safran Foer, da vedere perchè secondo me, è un capolavoro E' coraggioso, perchè affronta un tema assai importante anche per gli avvenimenti di questi giorni. Lo fa con delicatezza, mostrandoci la realtà drammatica di un paese distrutto dalla dittatura nazista, usando il viaggio come strumento, non solo come percorso attraverso un territorio, ma anche come viaggio nel tempo, che va a ritroso dai giorni nostri, fino a quelli dei terribili orrori. Come mezzo per ricordare, mi hanno colpito gli oggetti, gli occhiali per esempio, accatastati a montagna, credo che anche il meno dotato di fantasia, di fronte a quella vetrina non possa non pensare....un paio d'occhiali....una persona....... Mi hanno impressionato inoltre i panorami ripresi da una fotografia strepitosa, i dialoghi spassosi centellinati tra inquadrature con una un'espressività da cinema muto oltre ad una capacità straordinaria nel trasmettere emozioni senza aprir bocca. Ed anche una suspense che cattura in attesa della scena successiva, il tutto accompagnato da una colonna sonora azzeccata. La storia è quella di un ebreo americano che racconta a sua volta di uno studente americano deciso a trovare in Ucraina la donna che salvò suo nonno dalla furia nazista. Jonathan Safran Foer è anche il nome del suo personaggio che compiendo un viaggio nella memoria ricostruisce la vita del villaggio di Trachimbord, uno dei numerosissimi shtetl bruciati e dimenticati durante la Seconda Guerra Mondiale. Il viaggio di Jonathan si avvia da una fotografia del nonno ritratto accanto ad Augustine, ad accompagnare la sua ricerca sarà un altro nipote, Alexander Perchov, voce narrante del film, e un altro nonno che scopriremo "sopravvissuto" ed ebreo.