IL VELO DIPINTO
Film del 2006
Regia di John Curran con Naomi Watts
Recensione
Il film del 2006, diretto da John Curran, è un remake di un film del 1934 interpretato da Greta Garbo e tratto da un romanzo di Somerset Maugham uscito lo stesso anno. L'autore inglese ebbe un grandissimo successo letterario specie nel periodo tra le due guerre mondiali, e diverse sue opere furono trasposte cinematograficamente.
Il risultato è un film delicato che che solo in parte fa rivivere allo spettatore l'esperienza di una lettura del libro, a cui rimane fedele almeno nelle atmosfere e nei dialoghi. Anche se cambia il senso della storia con un epilogo che è la più facile soluzione della riconciliazione spirituale e fisica della coppia.
Inghilterra, anni 20. Pieno imperialismo britannico. Storia d'amore da parte di un microbiologo (Edward Norton alias Walter Fane) nei confronti di una viziata ragazza londinese (Naomi Watts alias Kitty Fane), che, pur di sfuggire al monotono tran tran della borghesia inglese, sposa alla cieca il bel medico e "fugge" con lui in Cina, inizialmente a Shangai.
“Quando amore e dovere coincidono, allora la grazia è dentro di te”, dice la Madre superiora Diana Rigg a Naomi Watts che per scacciare la terribile solitudine nella quale è costretta, “sposa” la missione umanitaria del marito Edward Norton, aiutando le suore del convento della colonia inglese Shangai degli anni venti a crescere cristianamente i bambini, spesso ospiti “forzati” e da convertire.
La storia mostra come a volte l'amore può rinascere anche quando si pensa di non poter più provare nulla nei confronti dell'altro/a. E invece si possono scoprire nell'altra persona cose che mai ci saremmo aspettati di trovare e viceversa. Improvvisamente si ha ancora tanto da dare e stare insieme ha di nuovo un senso, anche dopo un tradimento. Il perdono, la comprensione, l'accettazione dell'altro, sono tutti elementi che compongono i tasselli di questa intensa storia che ci insegna che a volte la prima persona che dobbiamo perdonare per poter andare avanti siamo proprio noi stessi.
A parte tutto, questo film si dovrebbe vedere per la musica, meravigliosa, e il paesaggio, incantevole, in forte contrasto con la materia trattata.